lunedì 18 agosto 2008

LA CRUDELE LOTTERIA DEI CALCI DI RIGORE

Il dato di fatto è che Energade è da bere con gusto solo perché si bevendola rischia molto grosso. Al suo interno non c'è nulla di reale (nemmeno la frutta con cui dovrebbe essere stata preparata), tutto è preparato in laboratorio e dunque berla diventa un gesto autenticamente nichilista. E fin qui ci siamo, però c'è molto, molto altro da dire.
C'è che bere Energade alla stazione di Ferrara al ritorno da una lunga giornata lavorativa fuori città, ma soprattutto dopo una corsa per raggiungere il treno ed un viaggio in un vagone stipato di uomini resi bestie dal lavoro oltre che gesto nichilista è pure un gesto autolesionista, ai limiti del punk nel vero senso del termine. C'è che Energade è disponibile in tre commercialissime versioni (limone, arancia, arancia rossa) ed alla macchinetta della stazione di Ferrara viene servita fresca al punto giusto al modico prezzo di un euro e cinquanta. Dunque, qualcosa di favoloso.
Ferrara – Stazione di Ferrara, la chimica è al servizio dell'uomo. Da lontano potresti addirittura scambiarla per il ben più famoso Gatorade, ma poi osservi bene e ti rendi conto di quanta poesia c'è in un tarocco maestoso come questo. Stesso font, nome simile, bottiglia identica: ci sarebbero gli estremi per una causa in tribunale ma forse anche alla Gatorade sono stati mossi a compassione e non hanno voluto infierire sul sottoscritto privandolo del piacere dell'Energade fresco in agosto. O forse hanno proprio voluto infierire ben sapendo cosa c'è in quelle infernali bottigliette distribuite nelle stazioni di tutta Italia, ma gliela perdono perché bisogna ammettere che Energade è più buono dell'originale ed ispira pure simpatia ed amicizia.
L'Energade purtroppo è così: fa tenerezza, apporta tutti i sali minerali necessari a sostituire quelli persi durante la giornata ma al suo interno contiene mille insidie. Potrebbe anche fare male, ma chi se ne importa? L'importante è buttare nel cestino la bottiglia vuota e non inquinare il mondo che ci circonda, anche se quando si torna dal lavoro non sempre si ha la necessaria lucidità mentale per riuscire a trovare un cestino. E dunque, meglio portarsela in macchina e collezionare cumuli di vuoti a perdere sotto al sedile anteriore. È un gesto ancora più autolesionista, sicuramente più crudele di perdere ai calci di rigore una finale di un campionato.

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