giovedì 29 gennaio 2009

Come andare a fari spenti nella notte, ma con in più la consapevolezza di essere dalla parte del giusto. I più forti siamo noi!

L'eco delle grandi imprese di Piero Ricca è riuscito ad entrare perfino nella Casa, dove ha suscitato stupore & sgomento, indignazione collettiva, ventilatio intestinalis putre e perfino una lieve ed impercettibile agitazione di ormoni femminili. L'Agente Betulla mi fa sapere tutto (ma proprio tutto), ed a questo punto è meglio dire la verità, così si chiude un'epoca e ne inizia un'altra, più reazionaria che mai: dietro a Piero Ricca ed alle sue sontuose performances anarco-situazioniste ci siamo noi di Spadrillas in da mist. Sì, siamo noi che lo imbottiamo di speed e lo mandiamo in giro a molestare Bruno Vespa, Emilio Fede, Raffaele Fitto, Enrico Ruggeri, Vittorio Sgarbi, Claudio Baglioni, Claudio Caniggia, Maurizio Belpietro, Morgan, Bobo Maroni, Duke Montana e tutto il fior fiore del giornalismo e della politica italiani. Siamo noi che lo paghiamo bene (e la foto sopra – scattata ovviamente al momento della firma del contratto - lo testimonia) per fare involontaria pubblicità gratuita ai personaggi in questione, eroi di un'Italia più giusta e per questo migliore.
Siamo noi che siamo dietro anche a Fabrizio Trecca (ma questo è un altro discorso) ed abbiamo la situazione in pugno, dentro e fuori la Casa del Grande Fratello. E la prossima nostra mossa si chiama Sanremo, tutti al Festival al seguito degli Afterhours (ed in particolare di Manuel Agnelli-ha-paura-e-paga-la-questura, che ha già detto che con la scusa di venirmi a trovare verrà pure a fare un'ospitata-marchetta nella Casa, tanto per scaldare il clima). Vinceremo lo scudetto.
E vincerò il Grande Fratello.



lunedì 26 gennaio 2009

news fotografiche dalla nostra colonna Durutti nella casa



La potente lobby di LC, attraverso Daria e suo suocero è riuscita a passare di soppiatto ad Accento Svedese qualche libro.
Nello straordinario documento fotografico riportato (fonte: ANSA DA INTERCETTAZIONE-PIO POMPA-AGENTE BETULLA) uno dei libri in possesso di Marco.
Roba grezza, robba che fomenta, truce come l'LC KLAN e come Er Monezza.

sabato 24 gennaio 2009

Gente renegade by certa critica vetero-marxista che poi always lose every elezione anche quando non ce n'è.

Uno dei due titolari di questo blog è nella casa del Grande Fratello ed allora tocca a me, Mario Giordano, farne temporaneamente le veci pubblicando quest'intervista fatta al telefono al mio vecchio compagno nella gloriosa Lotta Continua Giovanni Lindo Ferretti. Parlando di Chinese Democracy ne è venuto fuori qualcosa di più esilarante di Studio Aperto ai tempi in cui lo dirigevo io.
Attendendo l'eliminazione del concorrente dalla casa, ecco il resoconto della chiacchierata.

Mario Giordano: Eh bel disco Chinese Democracy, il nuovo dei Ganz'en'rozzez! Hai visto?"

Giovanni Lindo Ferretti: "Minchia, sembra la democrazia cinese che sognavamo ai tempi di Lotta Continua: pochi ricchi sempre in pista nonostante tutto (noi), i pezzenti che fingevamo di difendere (i nostri fan)".

MG: "Orca miseria ma questi erano fuori di testa, ma ora sono padri di famiglia e se ne stanno buoni buoni".

GLF: "Come?"

MG: "Erano fuori di testa Axl, Slash, Duff e gli altri".

GLF: "Quelli dei Guns eh?"

MG: "Mamma, guarda ti giuro che se ora non ci fosse Axl non so come andrebbe a finire...
finirebbe nel cesso la musica rock..."

GLF: "Sì sì ma questi sono sempre tutti fuori, mica come me ai tempi di Lotta Continua, dei CCCP o del PCP..."

MG: "Poi sai ci ha messo quindici anni a fare un disco, del gruppo originale non resta nessuno ma solo dei loschi session man. Il lavoro però è buono, molto buono."

GLF: "Sì"

MG: "Guarda che è sempre fatto Axl, ma la sa lunga. Gira voce che volesse aprire una cellula americana di Lotta Continua, ma poi non se ne è fatto nulla. Chiedevamo troppi soldi per i diritti
d'autore".

GLF: "Sì ma ci credo, perché poi dalla sua posizione economica poteva permettersi solo ero, mica come il sottoscritto che alleva cavalli per assecondare certi suoi bisogni psico-fisici...".

MG: "Ok, ma guarda che lui ha dovuto sopportare, l'attesa è stata molto lunga ma alla fine ha saputo prendersi le sue rivincite..."

GLF: "Sì sì, ma anche io sono un rinnegato. E più di lui".

MG: "Sì ha dovuto, ma ha anche cercato di non infierire troppo perché i suoi vecchi compagni sono ormai più alla frutta di lui... e sono pure parecchio incazzati con Axl... mica come te che è bastato andare in trasmissione da Ferrara ed hai risolto tutto"

GLF: "Gli altri Guns non sono mai andati sul palco sereni, si sentono sempre vittime di tutto... guarda sono incredibili! Io invece almeno ero sereno... Ha fatto bene Axl a cacciarli, ha fatto bene Ferrara a prendermi ospite ad Otto e mezzo...".

MG: "Sì veramente ma il fatto che lui abbia fatto trattamenti ormonali contro la caduta dei capelli è vergognosa. A questo punto cosa fai? Ti adegui alla sua volontà. Non puoi criticarlo solo per i capelli perché è talmente botulinico che sembra Aphex Twin. E pensare che era così diverso..."

GLF: "Ma vedrai anche in futuro quando avrà modo di farne ancora vedrai sarà sempre così. Ti devi già preparare psicologicamente".

MG: "Sì sì, ma me lo aspettavo poi eh perché ci mancherebbe. E poi dovrei fare quei trattamenti pure io, ma non ne ho il coraggio...".

GLF: "Ma poi ti rendi conto di cosa è il resto dell'odierno rock mainstream, no? Mummie, mezzeseghe, cazzoni e cazzivari"

MG: "Mamma mia."

GLF: "Dei pezzenti no? Si piangono addosso e dicono che sono i migliori ma non riusciranno mai ad essere come i Guns no? Un disco nuovo dei Guns ci vuole, anche se ha lo stesso senso di tutta la mia ultima produzione solista, e cioè nessun senso"

MG: "No no infatti infatti. Ma in definitiva, è un bel disco Chinese Democracy? Lo hai ascoltato bene?"

GLF: "No io me ne sono guardato bene dal farlo. Deve essere una fetecchia pazzesca, ma ho talmente rispetto di Axl Rose che vado a dire in giro che mi è piaciuto. Mi piace essere controcorrente, mi gonfia il conto corrente. Quasi come fare il cristiano rinato, solo che almeno non devo far campagna elettorale per Giuliano Ferrara".

MG: "Dunque, chi è il profeta del rock?"

GLF: "Axl Rose”.

MG: "Ha indicato per l'ennesima volta un nuova via del rock?"

GLF: "No, però se lo confronti con la concorrenza fa la sua porca figura. E chiaro, solo io indico nuove vie, però anche lui sa il fatto suo".

MG: "Hai ragione"

GLF: "E pensare che c'è gente che lo critica. Sono tutti invidiosi".

MG: "Ma roba da pazzi".

mercoledì 21 gennaio 2009

Accento Svedese's last recensione prima di entrare al Grande Fratello: Animal Collective -The Pet Sounds of Animal Kingdoms's




So benissimo che voi anime belle della critica solona e pizzopallosa che ascoltate Marino Sinibaldi,appartenenti ad una certa sinistra che poi ci fa perdere le elezioni state sputtanando nei vostri bei forum elitari Marco Mazzanti aka Accento Svedese che invece, come il compagno Vladimir Illich Luxuria ha deciso di ridare alla parola "mainstreaming" il suo vero signficato originario.

L'entrata di Marco nella casa è stata da lui decisa dopo l'ennesmia delusione relativa alla sordità della casta che governa la critica musicale italiana: la sua recensione dell'ultimo degli Animal Collective è stata rifiutata perchè ritenuta troppo meglio di quella che è apparsa sulla webzines musicale per la quale collabora (si può dire che è rocklab?Accento è nella casa quindi mi prendo la responsabilità io), e Spadrillas, fedele al suo giuramento di Ipocrite la pubblica integrale, con un feat. del sottoscritto che per 100 giorni (sperando che Marco arrivi in finale) dovrà fare senza Accento Svedese che ora, nella casa si preoccuperà di parlare di Carlo Antonelli e Christian Zingales e di farli conoscere al grande pubblico, così come gli Animal Collective:


(Accento Svedese)


La presenza dell'assenza, il cervello assente eppure la persona è presente, viva e vegeta (ma non vegetale). Rock Bottom di Robert Wyatt suonato sotto le acque di Ibiza al calar del sole, mentre i mediocri/presenzialisti si ritrovano al Café del Mar per sorseggiare mediocri aperitivi con un sottofondo costituito da musica altrettanto mediocre e solo la gente ganza riesce ad ascoltare Rock Bottom tre metri sotto il livello del mare. La prova provata che legalizzare le micropunte è un dovere morale. La croce e la delizia di chi riesce solo a scrivere noiose e poco interessanti recensioni che sviscerano, sezionano, analizzano un disco traccia per traccia, passo dopo passo fino allo sfinimento di chi per sua sventura si trova a leggerle portando la croce senza la delizia. Il disco che avrebbe fatto Brian Wilson se avesse conservato intatta la sua sanità mentale, oppure il disco che avrebbe fatto se l'avesse persa allora e mai più.

Merriweather Post Pavillion è forse il disco definitivo degli Animal Collective, quello che li consacrerà al successo di massa e li sparerà dritti su Mtv come degli MGMT qualsiasi, oppure li lascerà al loro posto, oggetto di culto per chi ha orecchie per intendere, per chi ha occhi per riuscire a non farsi spaventare dalla psichedelicissima copertina del disco. Sono rimasti in tre ed hanno scelto un produttore vero (Ben Allen), uno che ha lavorato pure con Christina Aguilera ed è riuscito a rendere molto più pulito e scorrevole il suono del gruppo. Sembra quasi musica dance, solo che al posto delle persone in carne ed ossa a ballare ci sono i tuoi neuroni e le tue sinapsi. È più pop del solito ma per questo non scende a compromessi, e cita apertamente certa house music come suo momento fondante. Epico, coraggioso & franco.

E come sarebbe fare ascoltare un disco del genere a Daniele Capezzone, il vero cervello assente del panorama politico italiano? Impazzirebbe? I neuroni che si erano dati alla fuga tornerebbero al mittente? Se la Maometto non va alla montagna, i neuroni mancanti tornano a Capezzone? Si renderebbe conto di quanto è poca cosa una persona come lui? Gradirebbe assai, talmente tanto da iniziare a mangiare funghi allucinogeni come fossero caramelle? Diventerebbe donna oggi, non più cagafigli, bensì dolce e caparbia cagatrice dei tuoi figli.? Sinceramente non so, e non mi pongo neanche il problema, perché i tormenti del giovane portavoce a cottimo di Forza Italia non sono nulla di fronte a quello che è sicuramente il Disco dell'anno 2009.


(Ill Bill Laimbeer takes the m/f stand)

Rubber Soul
dei Beatles ha alzato la posta per la musica pop con i suoi arrangiamenti certosini e Avery Tare era conscio che il loro stile da sottoscala aveva i giorni contati in un mondo musicale sempre piu` "elettrico". Panda Bear ha iniziato allora il suo tour de force come compositore e arrangiatore: con Merriweather post pavillion, album concept (una raccolta di "mottetti rock", secondo l'autore, descrivono la maturazione di un giovane attraverso le sue esperienze amorose e le sue amicizie, con un messaggio pessimista di fondo ma ricco di suoni eccentrici e le canzoni sembrano quasi collage ottenuti con una certosina arte di montaggio, facendo uso di una piccola orchestra (trombone, armonica, clavicembalo, campanelli, violini). Le canzoni si susseguono come in una fantasia melodica, alternando il Panda Bear romantico di Wouldn't It Be Nice, Caroline No (clavicembalo), You Still Believe In Me, God Only Knows (che Paul McCartney considera la miglior canzone di sempre, con corno francese, clavicembalo, sonagli, flauti e clarinetto) all'Avery Tare nevroticamente autobiografico di I Just Wasn't Made For These Times (con il Theremin) e That's Not Me. Lo strumentale Let's Go Away For Awhile e` una sonata da camera per 12 violini, quattro sassofoni, due bassi, piano, oboe, vibrafono, chitarra e percussioni. Sloop John B e` l'unica concessione alla sperimentazione anti-top ten.
La loro musica è prodotta in un modo cosi` palesemente amatoriale: gli studi di registrazione delle major impiegano equipe sempre piu` smaliziate di arrangiatori e sessionmen per ottenere il massimo dall'interpretazione di un cantante. Gli Animal Collective, invece sono portavoce di uno stile "familiare" di produzione (coro e chitarre senza alcun trucco particolare). I loro bassi e falsetti mediocri al confronto dei baritoni e dei tenori delle major e i testi erano certo meno forbiti dei melodrammi di Broadway.
Eppure nel loro dilettantismo spensierato, che si riconoscono i giovani. Questo album sarà una rivelazione per tutti.

mercoledì 14 gennaio 2009

Ricordati degli amici, ricordati di santificare la Casta

Quando uscirà questo memoriale io sarò già nella Casa, a non fare un cazzo e a pensare a quanti soldi guadagnerò una volta uscito. A quante volte canterò Giovinezza et altri simpatici motivetti tipici dei tempi che furono, che però dentro alla Casa sono ancora. Ed il memoriale uscirà grazie ad una banale funzione per programmare la pubblicazione dei post, ma nulla sarà più come prima.

Sì, mi sono venduto, però come insegna il Direttore, vendersi al miglior offerente regala sempre una certa emozione. Ed è proprio grazie al Direttore Giuliano Ferrara se sono riuscito ad entrare: ha parlato con alcuni pezzi grossi, si è mosso il Vaticano, mi hanno raccomandato e sono entrato. Facile, no? Come prendere soldi dalla Cia per spiare Craxi. solo che al posto della Cia c'è Spadrillas in da mist e al posto di Craxi c'è il Sistema, ma io non entrerò mai a far parte del Sistema perché lo controllerò dall'interno, spacciandomi per un sosia di Tom Cruise senza Scientology ma con i capelli di plastica.

Non so come potrò andare la convivenza con gli altri concorrenti, ma francamente non me ne frega più di tanto. I preziosi suggerimenti di Giovanni Lindo Ferretti mi hanno insegnato come resistere ad ogni situazione e come anticipare il cambiamento, riuscendo ad essere perennemente controcorrente anche quando la corrente non è più quella di una volta perché i tempi son cambiati.

Staremo a vedere come va a finire, io un po' comincio a credere di poter vincere. Intanto ho consegnato password ed account a Mario Giordano, che si occuperà di aggiornare il blog in mia assenza (a dire il vero Mario Giordano in realtà è il mio ghost writer e non si dovrebbe notare più di tanto la differenza, ma questo è un discorso che approfondiremo in altra sede)

Un abbraccio a tutti quelli che mi conoscono.
In fede,
Marco Mazzanti

sabato 10 gennaio 2009

Quando sniffavamo

In principio fu questo. Il principio della fine, la conclusione di un sogno di cambiamento & rivoluzione contro l’ordine precostituito delle cose, contro lo stato borghese, contro i falsi miti e la cultura reazionaria che fino ad allora aveva imperato in Italia.

Paolo Liguori, Giampiero Mughini, Adriano Sofri, Giovanni Lindo Ferretti.
Quattro ragazzi che credevano di cambiare il mondo, o almeno così raccontavano, quattro italiani col rock nella pelle che poi sono stati travolti dagli eventi e sono finiti su un palco di Sanremo a farsi intervistare da Pippo Baudo, il nemico che hanno combattuto per una vita in quanto simbolo di un certo modo nazional-popolare di intendere la cultura, un modello talmente vincente che dopo un lungo peregrinare ha finito per fagocitarli durante uno dei suoi più alti momenti auto-celebrativi. O forse un ritorno dei figlioli alla casa del padre, dopo il periodo “scapestrato”, perché non ci si crede che chi per anni ha professato un modo di vivere e pensare, possa poi sconfessarlo con un solo colpo di spugna (vedasi la premiata coppia Ferretti - Ferrara) davanti al sancta sanctorum che avevano sino a quel momento avversato.

RIPENSAMENTI - Però quella volta Liguori e Mughini non c’erano. Ufficialmente erano indisposti, sostituti rispettivamente da un passante pel di carota e da un cartonato recante le sembianze del Mughini stesso. Ma sotto c’era dell’altro, e tutti sapevano. Però nessuno parlava perché erano storie scomode, proibite, vietatissime. C’era chi diceva che non fossero ancora convinti che il vento era cambiato e chi diceva che avessero semplicemente deciso di non essere un ingranaggio della macchina per stampare denaro fresco, ma era tutto un depistaggio. Tanto è vero che a quella macchina hanno aderito talmente da farne parte ancora oggi. Ma siamo nati nel paese delle mezze verità e dunque come al solito la verità era un’altra.

ALMENO UNA COSA CHE SI SA - Il mistero di Sanremo era tutt’altro rispetto a un rigetto dovuto all’etica. Decisamente tutt’altro. Quella volta infatti Liguori e Mughini erano troppo fatti per salire su un palco. Tutti i maggiori esponenti di Lotta Continua avevano il vizio nasale e quella fu l’apoteosi. E proprio da tutto questo e da molto altro trae linfa vitale il documentario-shock Ho sniffato un milione di euro, opera nel quale Paolo Liguori decide di raccontare tutto dopo essere stato invitato in Colombia a toccare con mano il sordido mondo che gravita intorno a ciò che alimenta il suo (ormai superato) vizio nasale.


CAMBIARE IDEA - “Terrificante“, ha detto Paolo, “e pensare che una volta mi vantavo di spendere un milione di euro ogni anno”. Un signor documentario, un gigantesco spottone pro-Uribe, un microcosmo nel quale spicca la figura drammatica di Liguori, uomo che ha avuto il coraggio di cambiare e di raccontarsi per sconfiggere i propri demoni personali, persona normale che ha vizi e virtù come tutti noi ma che ha la capacità di trovarsi sempre al posto giusto al momento giusto. Sta male, soffre per emergere, soffre perché vede gli altri che se la tirano specchiandosi su di un elegante tavolino in vetro ma poi, come ogni buon ex Lotta Continua che si rispetti, riesce di nuovo a trovar modo di dire la sua su tutto lo scibile umano senza che nessuno abbia nulla da ridire. Senza che nessuno sospetti minimamente che Lotta Continua è stata solo un ascensore per il successo, un mezzo che serviva come mera copertura per altri fini molto diversi da quelli che venivano propagandati. Gente che voleva servire il popolo ed in un certo senso lo serve ancora, però stando dietro ad una scrivania di un giornale borghese o ad uno schermo televisivo - sempre e comunque in una posizione che garantisca la massima visibilità e la massima possibilità di soddisfare le proprie vanità personali.

venerdì 2 gennaio 2009

Potatoes and Dragottos in my lawn: LA REDAZIONE DI SPADRILLAS ALLA TRATTORIA DI VIALE PO





(Accento Svedese)

La Social Card, si sa, è una bella invenzione però è assolutamente inutile. È inutile perché sono solo 40 euro al mese, non tutti possono averla, noi non possiamo averla ma soprattutto perché è uno spreco troppo esiguo di denaro pubblico.

Molto meglio il finanziamento pubblico ai giornali. È uno sperpero assolutamente sublime. Anzi, è molto meglio prendere parte del finanziamento pubblico che spetterebbe ad Il Foglio ed utilizzarlo per andare a cena fuori durante le vacanze natalizie.

Noi abbiamo scelto da che parte stare ed abbiamo fatto così, e ne andiamo fieri. Una bella cena di redazione in data 30 dicembre, botti di fine anno assieme a tutto lo staff del blog nella Trattoria in Viale Po 13/17, paga lo Stato Italiano. Una cena rigorosamente vegan, e c'erano il Direttore, Giampiero Mughini, Pietrangelo Buttafuoco, Maurizio Mosca (che a fine serata era ubriaco fradicio pur non avendo bevuto nulla ed è stato visto disegnare un membro virile sul cartellone elettorale di Giorgio Dragotto sito nel parcheggio adiacente al ristorante, ho il tragico sospetto che Maurizio fumi merda), Mario Scaramella, l'Agente Betulla, Vittorio Feltri (che ha ritirato la querela perché che ha pubblicamente ammesso che ciò che avevamo detto era vero – anzi, ha urlato ai quattro venti che sono ventidue anni che lo fa e che si sa, si sa come vanno queste cose qua, lui sa tutto alla perfezione) ed il nuovo acquisto Pierluigi Diaco, la sinistra gggiovane che piace tanto alla destra clerico-reazionaria e che perciò ha sempre la massima visibilità. Storie di vecchi agitatori culturali completano il quadro, ma questo è un altro discorso che approfondiremo in futuro qualora ne avessimo voglia.

Ed abbiamo mangiato tantissimo, roba da dover aggiungere un buco alla cintura, e siamo rimasti talmente soddisfatti che contiamo di tornarci al più presto - sempre a spese dello Stato, si intende.

Antipasto, primo, secondo, dolce: 20 euro a testa ben spesi, 20 euro che potevano finire a chi ne aveva più bisogno, ma in quel frangente ne avevamo bisogno noi, dunque sono stati spesi da noi alla faccia di chi ne ha più bisogno.

(Ill Bill Laimbeer takes the m/f stand)

Alla faccia vostra contribuenti, che fra poco se a voi tolgono il blog perchè dovete avere il tesserino noi invece abbiamo il culo parato grazie al resto della redazione, perchè noi abbiamo scelto da che parte stare.

E visto che Ferrara è città chiave per Daria e Giuliano quale posto migliore della Trattoria in Viale Po? Giusto per prenderci gioco del direttore e di Daria, che se non c'è la carne non ne vogliono sapere siamo andati all'unico ristorante vegano della città, con buona pace di Salamine da Sugo, cappelletti e carnazza varia. E abbiamo svelato l'arcano solo a cena finita e a conto pagato, mentre Maurizio si dava al vandalismo militante disegnando virili attributi in faccia a Giorgio Dragotto.

Le danze si sono aperte con una crema di finocchi con semi di girasole tostati, che Feltri si è messo nella pipa dopo aver trangugiato come un alcolista allo stato terminale su un cartone di Tavernello.

Il Tofu in carpione con carote e daikon gratugiati al limone e cavolo romano alla senape (vedi foto ANSA) ha fatto andare Daria in estasi priapica.

Il cavolo romano poi ha messo d'accordo tutti, nella migliore tradizione dei giornalisti ghetto chic delle redazioni capitoline di una certa sinistra sempre lì a chiedere dei soldi tramite sottoscrizione per sopravivvere. Che alla fine è a tavola che si aggiusta tutto eh, per niente al momento del conto abbiam detto "si paga alla romana" che vuol dir che pagate voi contribuenti, è tutto un magna magna...tranquilli amici del Manifesto, che finchè giornalisti come noi avranno una faccia Giulianone avrà un posto su cui sedersi, e noi il nostro posto di lavoro. C'è posto anche per voi a tavola quando il Manifesto chiuderà, famo a capisse!

La rosticciata vegana (spacciata a Daria e al direttore come rosticciata di sesso e carnazza), cavolo nero saltato al limone e finocchi alla crema di sesamo accompagnata da miglio e zucca (foto Ansa-Bob Gucione) ha funto da afrodisiaco e lanciato la serata Lester gang bangs dance nell'oramai noto attico di Daria in Piazza Ariostea, pareva di essere sul set di Caligola, il film maledetto del maestro Tinto. Personalmente il cavolo nero saltato al limone mi ha mandato in visibilio.

Torta di carote e mandorle assolutamente senza derivati animali per finire, ma ce la siam mangiata solo io e Accento Svedese perchè gli altri della redazione eran fuori a esplodere i raudi e i magnum dentro le bottiglie di vetro per colpire ignari passanti sulla Via Modena.

Il direttore, scoperto l'inganno delle due simpatiche canaglie della redazione invece che incazzarsi e minacciarci come al solito di cacciarci a calci in culo (o peggio ancora mandarci a rivitalizzare il lontano parente del giornale di partito dove lui ha iniziato a muovere i primi passi anni fa) ha deciso, visti gli effetti afrodisiaci sul morale della redazione ha deciso di ordinare, anzichè i liquori, Liguori.Oramai ubriaco, su richiesta di Daria Giulianone ha chiamato Selma, che ora lavora qui proponendole di fare una versione 2.0 di Lezioni D'amore.

Sarebbe andato tutto in porto se Buttafuoco, fedele al suo nome, non avesse deciso di fare come il sottoscritto nel 1993 davanti ai cassonetti della Coop a Copparo, incendiando i cassonetti con il più classico dei Magnum costringendo così l'allegra brigata redazionale alla fuga.

Insomma, la cena vegan ci ha fatto tornare giovani vandali dediti a condotte promiscue e gozzovigli, quale miglior modo di iniziar l'anno se non quello di tornare amabili puttanieri come quando c'erano Bettino e Cirino Pomicino ad animare le serate a MonteCicorio? Lunga vita alla Trattoria, ci torneremo sicuramente sotto elezioni.