venerdì 4 gennaio 2013

IL RITORNO DI SPADRILLAS: è il pubblico che ce lo chiede, è Matteo Renzi che ce lo impone. Il disco nuovo di Guccini, la sua svolta cinghiamattanza.















(Accento Svedese se sfila la cinta e inizia la danza)

La prima volta che ho sentito L'Ultima Thule (il nuovo album di Francesco Guccini, l'album con il quale Francesco Guccini si ritira dalle scene, un album assolutamente uguale agli altri album di Francesco Guccini che fingo di conoscere alla perfezione ma in realtà non ho mai ascoltato) è stata mentre ero in coda per votare Matteo Renzi alle primarie del PD utilizzando una mail farlocca. È partita la canzone che dà il titolo (non posso scrivere title track ma è come se lo avessi fatto) ed io ho detto: “Toh, un'altra canzone di Guccini uguale alle altre!” e poi: “Mah, non è poi che io conosca così bene Guccini da dire che la canzone è uguale alle altre. Quando ero in prima superiore al noleggio cd ho preso Parnassius Guccinii, l'ho copiato su cassetta ma non l'ho ascoltato manco una volta” ed infine: “L'Ultima Thule?!? Ma che cazzo vor dì?”, ed ho votato Renzi per rottamare una certa sinistra che si crede superiore intellettualmente e moralmente al resto della sinistra, alla destra, al centro e pure a Francesco Rutelli che è un caso a parte. Poi me ne sono andato a casa, fra una bestemmia di un anziano che giocava a briscola nel circolo sede del seggio ed un'altra bestemmia dopo goal del Genoa (ma poteva essere anche il Cagliari, o il Bologna – io non capisco un cazzo di calcio come non capisco un cazzo di musica, ma mi arrogo il diritto/dovere di scrivere di entrambe le cose e tant'é) contro l'Inter (ma poteva essere anche l'Atalanta o addirittura il Pisa – vedi sopra), pieno di dubbi e soprattutto convinto di non aver rottamato nessuno.

Poi, giunto a casa, ho continuato a chiedermi: “L'Ultima Thule?!? Ma che cazzo vor dì?”, e dopo un'ora di agghiacciante monologo interiore fatto di domande o risposte, parentesi aperte e chiuse a caso, punteggiatura messa alla cazzo e nessuna conoscenza riguardo a formattazione di un testo scritto al computer et similia ci sono finalmente arrivato: il nuovo album di Francesco Guccini, l'album con il quale Francesco Guccini si ritira dalle scene, un album assolutamente uguale agli altri album di Francesco Guccini che fingo di conoscere alla perfezione ma in realtà non ho mai ascoltato (mi sono rotto il cazzo di scrivere “album di Guccini, dunque la smetto di fare copiaincolla a caso) si chiama come una band nazi-hc svedese. Da non crederci. Ma lo sapeva Guccini prima di scegliere un titolo del genere oppure no? E quando l'ha saputo ha fatto finta di nulla perché è ormai a fine carriera o é corso invano in tipografia per bloccare la stampa delle copertine? È un caso oppure l'ha fatto apposta? È sempre stato nazi e non ha mai avuto il coraggio di dircelo oppure è stata una svolta a 360°, di quelle che un bello guaglione come Francesco Rutelli non avrebbe mai il fegato di fare? E i fuorisede che ascoltano solo Bob Marley, i Modena City Ramblers e Francesco Guccini e fingono di studiare a spese del padre avvocato o commercialista cosa ne pensano? Ed infine/e soprattutto, chi è rimasto mentalmente fermo negli anni tra il 1965 ed il 1975 come Assante e Castaldo che ne pensa? (Già, che ne pensano Assante e Castaldo? Li ho visti ospiti al programma di Fabio Valium Fazio un lunedì sera a caso - tra l'altro nella stessa puntata in cui era ospite Guccini. Parlavano dei Beatles e non ho capito che ne pensavano del fatto che Guccini ha chiamato un disco col nome di una nazi-hc band svedese. Ma che film la vita, tutta una tirata – in questa frase tra parentesi ho sbagliato apposta un paio di tempi verbali). Boh, non so rispondere. Nessuno può rispondere, nessuno ci prova. Provo a verificare su Focus perché Focus ha una risposta a tutti i quesiti e magari mi chiarisco definitivamente le idee.

Ora, una mia personale svolta a 360° (scrivo per la seconda volta “svolta a 360° anche se non dovrei – era solo per poi potermi scusare per il bisticcio di parole volta-svolta. Mars Volta, Volta il disco di Bjork, Voltron il robot dei cartoni animati anni ottanta ed un sacco di altre cose che ho in mente ma che non riporto altrimenti perdo il filo del discorso): nel '93 ho noleggiato Parnassius Guccinii al noleggio cd nel quale mi recavo abitualmente, gestito da un tipo che di punto in bianco ha chiuso l'attività ed è sparito nel nulla, salvo poi ricomparire sullo schermo del mio televisore come figurante in una puntata di Forum, invecchiato di qualche anno ma pur sempre totalmente inetto nel campo socio-musicale (storie vere, sia quella di Forum che quella dell'inettitudine). L'ho copiato su una cassetta al cromo da novanta minuti - sul lato A Guccini / sul lato B un best of di Bryan Adams - come si faceva all'epoca per ottimizzare spazi e tempi. La cassetta non l'ho mai ascoltata, l'ho cancellata qualche settimana dopo per registrarci sopra un paio di puntate del Deejay Time di Albertino e soprattutto una puntata di Cordialmente pista di lancio con Elio e Le Storie Tese nella quale Mangoni cantava nel suo karaoke-delirio Canzone per un'amica di Francesco Guccini (o era dei Nomadi? o era di entrambi? O magari della cover band ufficiale dei Nomadi, ossia i Nomadi stessi? Non ho voglia di verificare in rete, prendo per buona questa proiezione della mia mente). Se avessi avuto a disposizione il masterizzatore non sarebbe mai successo, se avessi avuto internet e possibilità di scaricare dischi men che meno – ma non avevo manco il pc ed il problema non si pone proprio. Tra l'altro, qualche anno dopo insieme ad alcuni miei amici ho inciso artigianalmente una esplosiva karaoke-version di Canzone per un'amica, architettata per pigliare per il culo un nostro amico caduto da poco in motorino e cantata su una di quelle terrificati basi midi da pianobar che imperavano negli anni novanta (e probabilmente imperano ancora, visto che quel uno dei miei compagni di avventura all'epoca faceva pianobar ed oggi è diventato famoso e si esibisce pure a Cantando Ballando su Canale Italia). Ecco, questo spiega tante cose – fra cui forse anche la conversione politica di Francesco Guccini e la sua decisione di dedicare un disco ad una oscura nazi-hc band svedese, in barba al suo pubblico fedele manco fosse Giovanni Lindo Ferretti che può passare dal socialismo reale applicato a Papa Ratzinger ed i suoi concerti all'Estragon di Bologna registrano sempre il tutto esaurito. O, ben più probabilmente, non spiega un bel nulla ed è solo citata a sproposito perché dopo le duemila battute sono pagato a cottimo e devo impiegare più spazio possibile per pagare i miei vizi e i miei sfizi. Che legame c'è tra Guccini ed una oscura nazi -hc band svedese? Il produttore, che in entrambi i casi è Andrea Insabato – ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire anche perché ora lo farà qualcun altro.


(Ill Bill Laimbeer prende bene la mira: il cuoio nell'aria sta ufficializzando le qualità della danza: CINGHIAMATTANZA)

Ritirata strategica camerati: con l'Ultima Thule (che non ho neanche voglia di controllare se si scrive così) il Massimo Morsello di una certa sinistra decide di salutare romanamente e andare finalmente in pensione. Potremmo insomma definirla una ritirata strategica travestita strategia della pensione. Queste le scarne note di copertina, fatte presentare forzatamente a quel Patrizio Peci di Vincenzo Mollica (finalmente processato dal Tribunale del Popolo rappresentato da Lino Toffolo; note di copertina scritte tra l'altro 30 anni fa, ma tanto è lo stesso, li eravamo e lì siamo rimasti): “Gli ultimi avvenimenti hanno mostrato come siano mutati i termini dello scontro di classe nel nostro paese. Bisogna prendere atto che una fase si è chiusa, e a chiuderla è stata la borghesia imperialista. Il compito che si pone oggi ai rivoluzionari è imparare dalle sconfitte per condurre in modo vittorioso la guerra di classe nelle metropoli vero centro dell’attacco della controrivoluzione”. Dopo essermi domandato “Ma che cazzo vor dì?” sono andato a Votare Tabacci alle primarie fingendomi Antani, anzi, fingendomi Pantani e dunque pretendendo di votare al seggio Residence Le Rose.
Ma torniamo all'ultimo lavoro di Francesco Guccini il Morsello rosso dichiara finalmente, con almeno 30 anni di ritardo di avere esaurito le idee indica il Sendero Luminoso ad una certa sinistra da salotto, quella che puzza di sigaro e con più forfora che fosforo: trasferire il salotto a Casa Pound per sparigliare le carte cagando sul tappetto bello sapendo che tra l'altro le carte sono state con la macchina da scrivere di Giampiero Mughini. Giusva Fioravanti l'aveva detto anche lui una trentina d'anni fa con la sua teoria degli opposti estremismi teorizzata con Francesco Salvi (la c.d teoria ESTREMISMO SENZA LIMITISMO. Se non ci credete immaginatevi a chi era indirizzata la frase “Mi hanno detto c'hai una voce che fa colpo infatti m'hanno sparato” se non a Patrizio Peci) nel backstage del Drive In. L'avevano detto pure I Niù Tennici (o erano i Pitura Freska stando a questo fan dei Gem Boy,:http://canzoni-divertenti.blogspot.it/2010/10/pitura-freska-affitta-una-ferrari.html), veri frati mitra dell'epoca delle Posse che Guccini prima o poi si sarebbe stufato della sua 127 Rossa e si sarebbe affittato una Ferrari. Salutiamo quindi romanamente questo album con cui Guccini si toglie strategicamente dalle balle trasferendosi da Via Paolo Fabbri 43 Civico 88, più vicino a Casa Pound Bologna: e per chi ha dubbi sulla sua svolta chiedetevi il perchè a me nel 1999 mi ha denunciato perchè con la mia morosa fuorisede dell'epoca universitaria gli suonavo il campanello e scappavo e invece quelli di Casa Pound non li denuncia nonostante loro sanno benissimo che abita in quella via e a quel numero civico a due passi d'oca da loro. Chidetevi il perchè diocane, che poi avete un bel dire poi a sbeffeggiare Chicoria del Truceklan perchè a vostro dire si faceva la spia nei suoi testi, che lui comunque si è fatto 3 anni ar gabbio e Guccini invece è a piede libero (anzi a Sandalo libero, intesto come Roberto Sandalo detto Robi Il Pazzo, quello che insomma si è venduto Prima Linea e poi è stato sbattuto fuori dalla Milizia Padana di Borghezio quindi si è arruolato nella Jihad Islamica perchè ha saputo che la bomba di Bin Laden era più potente del Pallone di Maradona).
Ma torniamo a parlare di musica, chiarendo che come al solito l'ultima roba di Guccini che ho preso è stato anche per me il cd tipo nel 1994 di Parnassius Guccinii che avevo rubato in un noleggio di cd abusivo gestito da un socio dei Fratelli Savi (True Story), assieme a un cd dei Velvet Undergound credendo che facessero Underground nel senso di musica House. E anche in quel caso non l'avevo ascoltato. Questo noleggio di cd ti faceva firmare una promessa di vendita del cd, tu te lo portavi a casa te lo registravi nel lato a o b di una TDK da 90 e lo riportavi indietro. Poi il noleggio di cd è stato dato alle fiamme da degli slavi, ma questa è un'altra storia. Torniamo a parlare di musica: questo ultimo album di Guccini dicevamo, come suona? Come se Dente fosse andato a suonare nei Dente di Lupo potrei dire. Come se Povia fosse diventato il secondo cantante dei Gesta Fallica. Come se i Porco 69 facessero una colonna sonora per Myazaki diventando Porco Rosso 69. Come sei Paviglianiti fosse andato a suonare nei Civico 88 a casa di Guccini ubriaco come al solito, cambiando nome al gruppo in Cinico 88. Come se gli Hate For Breakfast facessero colazione da Tiffany. Come se il blocco studentesco avesse un blocco intestinale in blocco. Come se Isaac George quello del Drive In andasse coi Sumbu Brothers a menare fortissmio Idris quello di Quelli Che Il Calcio. Come se Rutelli cantasse coi Pop Will Eat Itself Touched by the hand of Cicciolina. Come se Taricone rappasse con Tarik1. Come se la Formula 3 andasse in Terza Posizione. E via di questo passo, potrei continuare per due pagine. Producono A 6 mano Andrea Insabato, Antonio Sabato quello che giocava nell'Inter e l'attore Antonio Sabàto tutti e tre presenti nella foto gallery del pezzo.
Ecco, questo spiega tante cose – fra cui forse anche la conversione politica di Francesco Guccini e la sua decisione di chiudere col botto convergendo laddove è arrivata prima di lui 30 anni prima una certa destra, in barba al suo pubblico fedele manco fosse Giovanni Lindo Ferretti che può passare dal socialismo reale applicato a Papa Ratzinger ed i suoi concerti all'Estragon di Bologna registrano sempre il tutto esaurito grazie agli over 40 e ai fuorisede. O, ben più probabilmente supercazzola: dopo le duemila battute sono pagato a cottimo e devo impiegare più spazio possibile per pagare i miei vizi e i miei sfizi.
Ciao Francesco non ci mancherai perchè tanto ci penserà Beppe Carletti a mettere su una tribute band ufficiale di Francesco Guccini che diventerà così la miglior cover band di sé stessa. In barba alla querela che Beppe Carletti ci ha fatto perchè dopo la morte di Augusto Pinochet Daolio dichiarammo nel blog “I Nomadi sono la miglior cover band di loro sé stessi”: tanto basta che se ne parli che è tutta pubblicità per il blog.