domenica 31 agosto 2008

BARRY WHITE SAVED MY LIFE

L'esperienza Ponte Days Festival è stata un'esperienza elettrizzante.
Io c'ero (forse nelle vesti di giurato, forse nelle vesti di musicista, forse nelle vesti di semplice spettatore o magari nelle vesti di inviato di Spadrillas in da mist, chi lo sa?) e mi sono divertito parecchio.
Ho visto bei gruppi nonché personaggi notevoli (un fantastico Barry White del metal spiccava su tutti, ma anche Dave Grohl meets il Grigno non scherzava proprio), ho mangiato ottima piadina ed ottimi panini, ho visto gags notevoli (da leggenda vedere le facce della gente che ascoltava i dibattiti nell'adiacente stand) ed episodi spiacevoli (qualcuno si è recato sotto il palco lamentandosi apertamente del rumore con chi si stava ribadendo, ma il risultato è stato un meritato pernacchio).
In finale c'erano Ophiura, Margaret Lee, Cocaine Cowboys, Sniperwolf e come nei film a lieto fine hanno vinto i nostri eroi, gli epic metallers Ophiura Disco Pax. Hanno rispettato i pronostici della vigilia (ma anche delle ore immediatamente precedenti alla finale) ed hanno vinto nettamente, con percentuali bulgare ed inequivocabili. Il verdetto è stato talmente chiaro e limpido che (a quanto si apprende dal loro MySpace) i membri del gruppo stanno ancora festeggiando:
“No words for that!! Yes, we won this contest, and we are proud of it!! We want to say "Thank you!!" and dedicate it to our fans(especially Mari,Chiara,le due Sara),to Raydal(for us you always remain Swim!! ;D) and.... Big Leo, from the deep of our hearts, THANK YOU FOR WHAT YOU DO FOR US AND WITH US!!! Hey everyone, keep on staying Ophiura!!”

Bene, bravi, bis. Un grazie agli Ophiura dunque, ed un grazie anche all'epic metal, un genere troppo ingiustamente bistrattato ma che sa sempre regalare soddisfazioni a chi lo sa capire veramente. Ecco, noi qui non riusciamo ancora a capirlo, ma da domani l'heavy metal più classico e conservatore potrebbe diventare la nuova fonte d'ispirazione principale della redazione di Spadrillas in da mist. Ne verrebbero fuori gags leggendarie, ne sono convinto.

Ma mi sa tanto che non lo diventerà. Perché? Il perché lo dice Noel Gallagher, chitarrista degli Oasis nonché personaggio-decisamente-ributtante-ma-sempre-molto-acuto: “Nobody can like any kind of music. I fucking hate jazz. Do you know what jazz is to me? Jazz is four people onstage having a better time than the 400 people in the audience. Don't get me started on classical music. Don't get me started on heavy metal... “. La tecnica fine a se stessa non è nulla, la potenza è nulla senza il controllo. Contano solo le emozioni.
Chi si prende troppo sul serio è finito.

giovedì 28 agosto 2008

Me and Tagliani down the school yard feat il cicciabomba dei linea 77 e Adriano Paroli




Last night I dreamt that somebody hates me.
Il sogno era questo:
Immaginate un gruppo come i Locust.
Immaginate che suonino da spalla ai Linea 77.
Immaginate una bella festa antagonista come quella di Radio Onda D'Urto
Immaginate che al posto dei pittoreschi pusher che vi offrono, col sorriso sulle labbra, giganteschi sacchetti pieni di erba ora ci siano, stuoli di poliziotti, ma non di quartiere, a garantire il decoro della periferia.
Immaginate il modello gerontocratico ferrarese dei comitati anti rumore contro i Locust costretti a suonare a volumi inferiori a quelli di Franco Bastelli, perchè altrimenti nel vicino stand della Tombola il bravo cittadino non riesce a sentire il numero che gli permette di far cinquina e in contemporane ad ascoltare Suona Chitarra .

Il risultato di questo sogno diventato realtà il vostro Ill Bill lo ha vissuto ieri, chiuso nel ghetto industriale di una città morta, rassicurato dalle forze dell'ordine, dai nigga che dallo spaccio sono passati a fare la security e dai Linea 77 che dal palco arringano la dreadlockata platea con l'inno nazionale italiano storpiato alà Star Spangled Banner della buonanima di Jimi Hendrix.
In un paese in cui i Locust, per portare a casa un cachet che è 1/3 di quello dei Linea 77 (forse pagano a peso, e avendo i torinesi il cicciabomba e i Locust Justin Pearson i giochi sono fatti...) devono suonare di fronte al pubblico dei Linea 77 a volumi da Unplugged in NY, i sogni son desideri.
Cosa volete di più, CM PUNK è anche campione della ECW .


mercoledì 27 agosto 2008

LA DESTRA SA DIVERTIRSI, LA SINISTRA NO

Fai troppo casino, la tua musica è solo rumore, suona a volume più basso che disturbi gli ospiti, io ai tuoi tempi andavo solo in balera, sei un cretino perchè non vai in balera, adesso vado dal tipo del mixer a dirgli di abbassare, ti stacco la spina dell'amplificatore, lo dico al segretario che poi ci pensa lui, non hai rispetto dei più anziani, non hai rispetto dei più giovani, chi se ne frega se una intera generazione se ne fotte della politica!
Avanti così e la destra ce la teniamo per altri vent'anni.

I SOGNI SON DESIDERI, LA-LA LA-LA LA-LAAAH

Il nome potrebbe trarre un inganno, ma l'idea è di quelle che lasciano il segno. L'Associazione Accendi un sogno per Vittorio non è un'associazione che si propone di mettere in ogni città un pupazzo a grandezza naturale di Vittorio Feltri al fine di permettere ad ogni cittadini di sfogare contro di lui la propria rabbia ed insoddisfazione (sia chiaro che dicendo il nome Vittorio Feltri non mi riferivo di certo al suo quasi omonimo Littorio Feltri, giornalista-pupazzo e direttore di Libero), ma è un'associazione di tipo socio-umanitario che si propone di organizzare eventi quali tiratissimi concerti, avvincenti gare sportive, contest di destrezza ed agilità, nobilissime opere di beneficenza et altre divertenti cosucce che possono attirare i giovani d'oggi. Il tutto a cura di Vittorio D, che incidentalmente è pure il bassista dei muscolosi Tonight, We Dance! (una band che si definisce autoscontri-core e per questo non può che starmi parecchio simpatica).Nobilissima iniziativa, dunque. Da sostenere in ogni modo e con ogni mezzo possibile, ad esempio mettendo YouPorn come homepage nel proprio pc (io ovviamente non lo farò perché come homepage ho già il blog del Partito Comunista delle Libertà, ma compiere un gesto del genere sarebbe doveroso), inviando foto oppure inserendo nel proprio profilo MySpace il logo dell'organizzazione, un vero e proprio feticcio per ogni nerd da cameretta che passa le ore più felici e spensierate della propria vita davanti al laptop.E non è goliardia, è molto di più. È solidarietà, è sostegno, è incoraggiamento (anche solo tramite un obolo fotografico estorto prima o dopo un concerto) a chi vive a testa alta la propria situazione di precarietà sessual-affettiva.Massimo rispetto e massimo sostegno. Aiutiamolo ad accendere un sogno.

domenica 24 agosto 2008

LA PRESA DELLA PASTIGLIA

La verità dura da ammettere è che alla Sala Giochi Apollo di Lido degli Estensi c'è una mia statua. Negli anni d'oro ho fatto talmente tante partite ed ho speso talmente tanto sudore (e denaro) che l'amministrazione comunale comacchiese ha deciso di posizionare vicino alla cassa una mia statua a grandezza naturale, faccia sorridente e volante in mano, il volante tipico di chi ha speso un capitale giocando quasi solo a Daytona.
Gli altri erano in spiaggia a prendere il sole, a giocare a racchettoni, a pallavolo o a calcio, io ero in sala giochi a tentare di battere il record sul giro. Ovviamente ci riuscivo, ma il sangue era il mio e lo sperma degli altri. Notevole, ma comunque il punto non è questo.
Il punto è che per me era doveroso continuare a tenere gli auricolari del walkman infilati nelle orecchie anche quando non era necessario perché faceva parte del mio personaggio. E per un'estate intera quegli auricolari hanno trasmesso praticamente solo Life on a Plate dei Millencolin, un disco che allora sembrava una figata, un disco che ascoltato oggi si rivela per quello che è veramente: un'opera piacevolmente inutile. I Millencolin non sanno suonare ma lo nascondono bene, hanno cavalcato ogni moda ed oggi ormai suonano quasi come i My Chemical Romance, però quel disco in fondo è davvero bello. Bullion è un pezzo che non si regala a nessuno ma tutto il disco è pervaso dall'atmosfera “non me ne frega un cazzo” tipica di quel particolare periodo, la stessa atmosfera che si respirava alla Sala Giochi Apollo, dove già allora i videogiochi non erano quelli all'ultimo grido ma nonostante tutto sapevano svolgere bene il loro compito.
Probabilmente oggi sono ancora gli stessi, e prima o poi tornerò a fare qualche partita. Dovrò solo avere l'avvertenza di mascherarmi per non essere riconosciuto. Sarebbe imbarazzante far scoprire alla gente che quello della statua vicino alla cassa sono io.
E comunque i Baseball Annie sono sempre stati meglio dei Millencolin ma non se li è mai cagati nessuno.

giovedì 21 agosto 2008

COSTRETTI A SANGUINARE

883. Un gruppo importantissimo nella storia della canzone italiana, due ragazzi come tanti che però hanno saputo sparigliare le carte per il solo fatto di essere riusciti a parlare ai giovani con il linguaggio dei giovani, entrando di conseguenza nel cuore di milioni di italiani e cambiando per sempre la loro vita. Con i loro primi due, tre, forse quattro dischi hanno scritto pagine epocali, sono entrati nell'immaginario collettivo ed ancora oggi quando pensi agli anni '90 ti vengono in mente gli 883, Pezzali che canta e Repetto che scappa perché nessuno lo considera. Fino a qualche anno fa non era estate se non usciva un disco degli 883, tanto per dire quanto fosse importante la band pavese.
Si potrebbe definirli non a torto un gruppo generazionale, però anche loro bravi ragazzi della provincia italiana cresciuti a pane e Nutella hanno un aspetto sconosciuto ai più, qualcosa che a qualcuno fa male ricordare, una loro dark side of the spoon, un album diverso dal resto della loro discografia che proprio per questo è stato letteralmente ghettizzato dalla critica musicale di regime ed è stato praticamente disconosciuto dagli stessi autori. Quel disco si chiama Remix '94.
L'urlo di una generazione che si apprestava a perdere tutte le battaglie ben prima di combatterle. L'incontro scontro tra due culture diverse ed opposte. Pura ribellione punk, che quattordici anni dopo brucia ancora e brucerà per sempre. Il disco che Repetto avrebbe sempre voluto fare, l'ultimo disco prima che Repetto venisse ingurgitato da Max Pezzali, Remix '94 è sicuramente l'opera più sottovalutata degli 883, quella che nessuno si ricorda, quella che viene a torto considerata la loro opera minore. Eppure è un capolavoro. Con Remix ' 94 gli 883 (o chi per loro) hanno fatto la cosa più ovvia: hanno preso le megahit dei primi due dischi e le hanno affidate ai nomi più caldi dell'allora imperante movimento musicale eurodance. E quindi remix a cura di U.S.U.R.A., Molella, Datura. Fargetta, Bliss Team, vecchi brani che brillano di una luce nuova, diversa, più intensa ed emotivamente toccante. Sulla carta una bomba commerciale, Remix '94 è stato un flop clamoroso, talmente flop che è stato il loro unico disco a non arrivare in testa alla hit parade. Ed io non ho ancora capito il perché, visto che aveva (ed ancora oggi ha) tutte le carte in regola per essere definito un capolavoro.
Le prime canzoni degli 883 hanno sempre avuto una caratteristica: erano bellissime ma avevano arrangiamenti estremamente poveri. Sembravano quasi basi midi, le batterie sembravano registrate nell'oltretomba ed i suoni erano finti e molto scarni. Ancora oggi nei karaoke delle birrerie di provincia quando parte un brano degli 883 ti aspetti di vedere entrare da un momento all'altro Max Pezzali e, perché no, Mauro Repetto proprio perché i brani degli 883 sono gli unici ad avere la base praticamente uguale all'originale. Ma con Remix '94 gli 883 sono riusciti anche ad ovviare anche a questo piccolo, grande inconveniente.
Infatti, veri e propri anthems come Sei un mito, Non ci spezziamo, Weekend, Rotta x casa di dio, Nella notte grazie alla nuova veste sonora trasfigurano in qualcosa di altro, di così uguale eppure così diverso, si trasformano in figure di una forza sovrumana, figure che non riesci a muovere, figure che non vorresti muovere e nemmeno ci provi, tale è la tempesta di sentimenti contrastanti che sono in grado di scatenare. Li ascolti e torni indietro nel tempo, ad un'epoca diversa, più umana più vera, in cui ti pareva di avere il mondo in mano anche se eri in sella ad un motorino sgangherato ed osavi caricare un amico in barba al divieto di portare passeggeri su di un 50cc. Oggi è possibile trasportare un passeggero e comunque i ragazzini sono più temerari, ma allora era fortemente trasgressivo anche solo ascoltare il walkman mentre viaggiavi in scooter o tentare il cosiddetto fughino qualora la Municipale ti avesse colto in fallo. I tempi sono cambiati, allora c'era chi si vergognava a dire che ascoltava gli 883, oggi che sono passati ben 14 anni si recupera un disco come Remix '94 e se ne riconoscono finalmente l'enorme valore e l'enorme portata socio-culturale.
Ed a questo punto qualcuno prelevi con la forza Repetto da Eurodisney e Pezzali dalla Festa Democratica di Firenze, li costringa a sanguinare copiosamente, li imbottisca di sostanze non propriamente lecite e li obblighi a fare di nuovo un disco insieme come ai bei tempi, ovviamente prodotto da gente di un certo livello come Gabry Ponte o Mario Più. Non potrebbe che venirne fuori qualcosa di sensazionale.

lunedì 18 agosto 2008

LA CRUDELE LOTTERIA DEI CALCI DI RIGORE

Il dato di fatto è che Energade è da bere con gusto solo perché si bevendola rischia molto grosso. Al suo interno non c'è nulla di reale (nemmeno la frutta con cui dovrebbe essere stata preparata), tutto è preparato in laboratorio e dunque berla diventa un gesto autenticamente nichilista. E fin qui ci siamo, però c'è molto, molto altro da dire.
C'è che bere Energade alla stazione di Ferrara al ritorno da una lunga giornata lavorativa fuori città, ma soprattutto dopo una corsa per raggiungere il treno ed un viaggio in un vagone stipato di uomini resi bestie dal lavoro oltre che gesto nichilista è pure un gesto autolesionista, ai limiti del punk nel vero senso del termine. C'è che Energade è disponibile in tre commercialissime versioni (limone, arancia, arancia rossa) ed alla macchinetta della stazione di Ferrara viene servita fresca al punto giusto al modico prezzo di un euro e cinquanta. Dunque, qualcosa di favoloso.
Ferrara – Stazione di Ferrara, la chimica è al servizio dell'uomo. Da lontano potresti addirittura scambiarla per il ben più famoso Gatorade, ma poi osservi bene e ti rendi conto di quanta poesia c'è in un tarocco maestoso come questo. Stesso font, nome simile, bottiglia identica: ci sarebbero gli estremi per una causa in tribunale ma forse anche alla Gatorade sono stati mossi a compassione e non hanno voluto infierire sul sottoscritto privandolo del piacere dell'Energade fresco in agosto. O forse hanno proprio voluto infierire ben sapendo cosa c'è in quelle infernali bottigliette distribuite nelle stazioni di tutta Italia, ma gliela perdono perché bisogna ammettere che Energade è più buono dell'originale ed ispira pure simpatia ed amicizia.
L'Energade purtroppo è così: fa tenerezza, apporta tutti i sali minerali necessari a sostituire quelli persi durante la giornata ma al suo interno contiene mille insidie. Potrebbe anche fare male, ma chi se ne importa? L'importante è buttare nel cestino la bottiglia vuota e non inquinare il mondo che ci circonda, anche se quando si torna dal lavoro non sempre si ha la necessaria lucidità mentale per riuscire a trovare un cestino. E dunque, meglio portarsela in macchina e collezionare cumuli di vuoti a perdere sotto al sedile anteriore. È un gesto ancora più autolesionista, sicuramente più crudele di perdere ai calci di rigore una finale di un campionato.

venerdì 15 agosto 2008

STRAIGHT OUTTA KOROVA



Spadrillas in da mist essendo un sito vicino alla East Coast e al SummerSlam non va in vacanza, e questo post fatto alle 10.51 del giorno di Ferragosto è redatto giusto per dimostrare il nostro stile. Chi pensa che siamo dei fakes fotte coi ferraresi sbagliati:questo è un blog scritto da gente che è sempre sul pezzo, sempre in da house. le vacanze "ci vediamo il 21 Agosto" sono roba per gente che al massimo può andare all'idroscalo, tipo Carlo Pastore.
E visto che stiamo mettendo un pò di puntini sulle "i", non avrei voluto farlo ma mi tocca dire che LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA lo abbiamo portato alla ribalta noi di Spadrillas In Da Mist, perchè lui rappresenta la East Coast. Tu, giornalista o webzinaro che dici di aver scoperto LLDCE per sentirti un gaggiodevi sapere che io faccio le recensioni wrestling come un linciaggio: alto voltaggio, toccami la tastiera e ci rimani secco. Mi detesti ma fai l’amico quando ti becco ma io non ti lecco il culo, io ti spacco il culo a furia di legnate: faccio così perché a me è così che le cose me le hanno insegnate ok? Voi media wannabe overground cercate il sensazionalismo;
per risposta noi Spadrillas In Da Mist boys pratichiamo il cannibalismo, elogiamo il masochismo e inneggiamo al sadismo. You'd better watch your back come dice my man Duke Montana
Vasco Brondi per noi è come gli NWA
, come la NWA: metà Ice Cube e metà Iron Sheik, un regaz che è partito da un bar di Compton ed è uscito dal ghetto di Via Croce Bianca a Ferrara dove i vicini rompevano il cazzo perchè il bar che gestisce coi fratelli, il KOROVA MILK BAR, è un bar pericoloso, pieno di ragazzitudine. E ora è arrivato, e voi haters dovete solo fare quello che diceva la J Ascia in Stiloso con Stile:

E dalla Messa di Vespiri una dedica speciale a chi sta fuori, qui e chi parla parla... RIT. Quando dal palco faccio capolino e... unisco alla mente la base per darmi il volume quando rimo divino, il mio stato mentale se quando mi muovo di bella il fratello e' vicino persino, se alcuni vestono i panni di Caino e si sentono un po' Aladino col cappellino da mago Merlino e i pantaloni da Sbirulino e va allo Zecchino d'oro per dare loro lavoro, ti prego, ascolta, mena alla svelta, mi dai la sciolta con le tue rime pacco, quando mi chiami fiacco, quando ti sfido e/o fai il vigliacco o ti spacco. La tua posa e' una commedia alla superbia non si rimedia la tua invidia non mi insidia ma la tua sola presenza mi piega. E se vuoi la verita' nuda e cruda, lo so che la diffamazione e' una merce che va a ruba tu la usi a mo' di bazooka ma ti e' andata buca, gia' la nuca, apri la bocca e china la nuca e su dai suca. Suca, suca, suca, forza corrimi dietro... suda, aumenta il passo che io vado di fretta ma che disdetta, sei ancora a valle e io sono giu' in vetta. RIT. Vado tranquillo di stile brillo, non devi mostrarmi come camminare a mie spese ho imparato a non cadere, nessuno fa o ha mai fatto le mie veci, scommetto su me stesso anche se mi danno 1 a 10. E quanti sono quelli che ho mandato in para, non vogliono mettersi in gara, per loro due parole e zitto e impara, subisci Di J Ax la J Axscia
un poco di Hip, un poco di Hop, un ra-ta-ta-tak e ti colpisce e non ti lascia piu' in pace su fatti audace, ho voglia di farti del male so che ti piace e ne sono capace dunque attento a cosa dici, perche' so che cosa faccio e ne conosco le radici. E spremi le meningi, i denti stringi, distacco fingi, ma dal mio stile attingi come posso crederci io se non ci credi nemmeno tu a te che fai il ragazzo di strada intanto papi c'ha la BMW e rompi il cazzo a me, per le due lire che ho guadagnato ma a differenza di te quello che ho l'ho sudato, l'ho pagato e dunque non toccare neanche questo tasto, se fiato te ne e' rimasto, continua a recitare la farsa del poveraccio, col ghiaccio guasto, mai in contrasto non sai cosa vuol dir saltare un pasto io lo so, che tu ci creda o no, ma per convincerti di tempo non ne ho neanche un po'.
RIT. Rima dopo rima tempo su tempo ho imparato crescendo andando a fondo dentro l'esperienze incontrate sul mio cammino, ed ora so di essere io padrone del mio destino E come vedi vado, mi butto nel mio esibirmi senza esserne schiavo forte della rabbia che poi e' la mia energia per cui ho percorso la via e non ho mai fatto un sorriso falso in vita mia. e senti come vado flow, il ritmo ti attira, quasi come il mio show, e allora caga la lira. se vuoi sagacia, tenacia, efficacia, ne ho da vendere come da Iva Zanicchi il prezzo e' giusto non te la prendere... a male se J Ax sale, sei geloso e' normale
se non ti va bene qualcosa possiamo parlarne in modo leale ma il tuo continuo sputare veleno alle spalle non vale e se qualche storia giusta te la sei girata, te la meni manco fossi Africa Bambata ma io sono la prova che la tua epoca e' passata Ciao, ciuciame o pao e porco zao, di voce ne ho tanta, la voce funziona di bella, e allora mettiti giu' a 90 e prepara la vasella perche' parli e riparli, ma rimani un vile, di merda ne prendi un barile, da J Ax... Stiloso con stile

Vasco per Ferrara è il cantore delle strade della nostra città più degli Articolo 31 per San Donato Milanese: è come gli NWA nel 1989 per Compton, ecco perchè la fondamentale influenza di Vasco in realtà non è Rino Gaetano, solo dei cretini possono accostare il suo nome a quello di Rino Gaetano. E allora visto che sono maganimo oggi mi va di darvi un pò di lezioni di storia.
Detto degli Articolo 31, gli NWA e Straight Outta Compton:
Eazy-E, Ice Cube, Dr. Dre, Dj Yella, MC Ren.
Edonismo, maschilismo, celebrazione della vita criminale. Spaccio e drive-by-shooting, un bitches ogni 30 secondi (E in Italia solo Albertino avrà il coraggio di usare questa parola): il ghetto non era mai stato raccontato in questo modo. E questa roba non passava per radio (tranne che su Radio DeeJay), state certi. Ma divenne ugualmente un successo commerciale, e il prototipo del nuovo hip hop per i primi anni '90 . Essenziale, sboccato, ruvido, impresentabile.
Come il demo de LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA.
"Straight Outta Compton" visto da dentro non sbiadisce. Anche a confronto col suo stesso mito ha ancora da dire: suona come suona un album del 1988, con quei limiti tecnici. Non aspettatevi phaser e fucili al plasma. State pronti per la semplice efficacia senza tempo della lama.

Solo chi ha fatto il barista al Korova Milk Bar di Via Croce Bianca può essere in grado di raccontare quello che raccontavano gli NWA.
Ecco perchè Le Luci Della Centrale Elettrica è nel 2008 quello che erano gli NWA 20 anni fa. Solo chi fa pagare l'Aperol+Tassoni 2 euro può rappresentarci.

giovedì 7 agosto 2008

BENVENUTI A RADIO SUONO ENERGIA



La pizza della Pizzeria Caveja di Marina di Ravenna è davvero la pizza che non ti aspetti. Un sabato sera ad orario di punta arrivi in questa strana pizzeria sul lungomare e scopri che è piena di strani personaggi, tanto che ti sembra di essere davvero in quegli infuocati trenta secondi che concludono Worm of the Senses/Faculties of the Skull, traccia numero uno di The Shape of Punk to Come, l'immortale capolavoro dei Refused – disco che ancora oggi sanguina nonostante siano trascorsi più di dieci anni dalla sua uscita. Partono interferenze, scariche, onde radio lontane, echi di The Rhythm is Magic di Marie Claire D'Ubaldo provenienti da chissà dove, e poi come un fulmine a ciel sereno arriva la voce di un vocalist da discoteca di serie Z che in italiano annuncia un fantomatico hardcore-techno megamix della famosa band svedese di house Refused. Il martellone parte subito dopo ed è il delirio, è la calanza. E tutto questo perché la Caveja è vicina al Bagno Zanzibar, teatro ogni weekend di epici scontri tra neuroni, chimica e musica house, con tutto ciò che ne consegue a livello socio-culturale.

La pizza però è davvero buona. La devi mangiare nel cartone, all'aperto, seduto in terra o su una panchina con altra gente seduta sulla tua schiena, però ne vale la pena. Per amore della scienza noi della redazione di Spadrillas in da mist l'abbiamo provata in due versioni (parmigiana ed ortolana) ed è stata una grande esperienza, di quelle che lasciano il segno: farcitura abbondante, pomodoro che imbratta magliette e tutto il resto, cottura perfetta, qualità prezzo e cortesia, velocità nel servizio e temperatura da fonderia alla cassa fanno di questo esercizio commerciale una tappa obbligata per chi deve andare alla ricerca del divertimento a tutti i costi, ma anche per chi deve svolgere il proprio duro compito di inviato sul campo.

L'unica nota stonata è che nella pizza ortolana c'era un sacco di cipolla, classico ingrediente che in determinate circostanze ti dà quel tocco in più, quel tocco di classe rappresentato dall'alito delle occasioni importanti, l'Alitosi Nazionale (A.N.). Forse ma forse è stato proprio questo il motivo per cui Pernazza e Zonda non hanno voluto concederci un'intervista, fuggendo a gambe levate alle nostre prime domande. Peccato, sarà per un'altra occasione. In futuro staremo più attenti a ciò che mangeremo, anche se alla Caveja potrebbero avvertire che nella ortolana c'è la cipolla, sennò poi sembra che la gente ci voglia boicottare e noi ci stiamo male.

(voto 4 cucchiai su 5)

(Ill Bill Laimbeer is his name and the boys it’s comin straight outta Caveja)

Ero già stato alla Caveja l’anno scorso, ma quella volta commisi l’errore di comprare dal lato friggitoria, che vende a peso. Oltre alla fila biblica (e anche byblos) il risultato quella volta fu di pagare 4 € per una porzione di patatine sì impeccabili ma pur sempre a 4 €. Il lato pizza invece nonostante la poca varietà di scelta si è contraddistinto per la rapidità e il prezzo tutto sommato contenuto, 8 € per una ortolana cotta nel forno a legna, verdure abbondanti e mozzarella da veri uomini, non scarti di produzioni. Considerato che la Caveja si trova a un centinaio di metri dal Bagno 72 aka Hana-bi Spadrillas in da mist la consiglia a tutti i vip della scena, quelli che la muovono e che la agitano, che si conoscono tutti anche se non si sono mai visti.

Tra l’altro alla Caveja in attesa della pizza c’erano anche uno o due dei The Calorifer is very hot, gente che avendo cancellato il loro profilo myspace non fanno più parte della scena, infatti hanno servito prima me e il mio socio, perché la scena siamo noi.

(Voto hotness/coolness: pizzeria molto speciale aka PMS)

(A.S)

Pizzeria Caveja comunque promossa, come sono stati promossi gli Ex-Otago che avevano suonato poco prima all'Hana Bi. Concerto ad orario bagno in mare delle sei e mezza, caldo torrido, Mitch Buchannon, el viento radioactivo despeina los cabellos ma grandi emozioni e grande esibizione. I mammasantissima della Scena Indie Nazionale (S.I.N.) li criticano aggrappandosi ad una loro presunta pochezza dal punto di vista tecnico, però poi si strappano i capelli per i Klaxons che dal vivo non sanno suonare i loro pezzi o per i Ministri che hanno avuto di recente l'onore di uno speciale su Panorama in cui sono stati definiti “la band più cool della scena rock italiana”, ed allora ti rendi conto che c'è qualcosa che non va. Ma dei mammasantissima e degli snob io me ne frego (non in quel senso però) e gli Ex-Otago me li sono gustati, cantati, ballati, vissuti dall'inizio alla fine. E mi sono pure divertito un sacco.

È superfluo dire che quando hanno eseguito The Rhythm of the Night invece mi sono commosso.

(Ill Bill)

Io oltre un dissing di Pernazza contro la pelata di Arturo Compagnoni durante il suo freestyle non ho molto da segnalare, ero troppo impegnato ad evitare le Ill Bill cazzo di fans che mi importunavano quando invece mi sembrava chiaro che gli Ex-Otago a me piacciono in quanto gruppo a favore della brotherood, quella per soli uomini tipo i Brotherhood, di cui Pernazza è un fan.

Durante il concerto volevo prendere la bandiera della birra Corona e mettermela addosso a mò di pareo, poi mi sono reso conto di non aver superato la prova costume quindi ho rinunciato all’idea. I 3 free drink lasciatemi dagli Ex Otago non mi hanno certo aiutato: certo, hanno messo in chiaro le gerarchie ma le 3 schweppes lemon alla spina mi hanno fatto assumere le sembianze di un pallone aerostatico: il mio stomaco in questo senso mi ha fatto capire che la scena è lui, lui che la agita. Come Anthony and the Magic Johnson disse a Spadaccina d’altronde some stomaci are bigger than others.

sabato 2 agosto 2008

La gente fa bla-bla, io faccio bang-bang

Colore chiaro, gusto pulito. Frutta vera niente additivi chimici, chimica & alchimia perfetta tra frutta e ghiaccio, anima e ghiaccio. Gusti assortiti ma due in particolare che spaccano, la sottile leggerezza di scegliere il meglio.
La granita siciliana della gelateria La Cadorina è un must per ogni giovane ribelle ferrarese che si rispetti. Disponibile in gusti diversi ed assortiti a seconda del periodo in cui la si consuma, è fatta di vera frutta frullata, veri semi di frutta frullata, vero chiaccio, vero zucchero ed un vero bicchiere (di vetro nella versione da tavolo o di plastica nella versione da passeggio). Testata nella versione bicolor anguria e melone perché abbondare è meglio che non saper decidere, è assolutamente la più buona granita siciliana che si possa consumare in territorio estense (ma probabilmente anche in tutta la Padania Campione del Mondo, lo dice anche Raidue). Prezzo economico, ottimo e veloce servizio, agilità nella conta dei resti e nella consegna fanno di questa tipica pietanza ferrarese un vero e proprio feticcio di cui è doveroso abusare – che tanto poi se si fa indigestione si sta a casa dal lavoro o si marina la scuola.
Il chiosco in cui viene servita questa prelibatezza è posizionato in pieno centro cittadino, in giardinetti che sembrano un angolo di Mosca (nel senso della città, non nel senso di Maurizio, uno dei più grandi giornalisti viventi), il che conferisce un tocco ancor più suggestivo e vitale al tutto. È facilmente raggiungibile con ogni mezzo e rappresenta una valida alternativa allo strapotere della Gelateria Isola, dove tutti i ferraresi medi si recano ad abbuffarsi di mastodontiche coppe gelato dal contenuto calorico da censura. Ferrara è così, la gente va dove vanno tutti gli altri, la massa segue la massa e nessuno si distingue, ma soprattutto nessuno pensa alla salute. Ma questo è un altro discorso buono solo per i lettori di Blow Up, un discorso che per evitare querele mi vedo costretto ad interrompere. La Scena non accetterebbe.
(voto: 5 cucchiai su 5)