mercoledì 25 maggio 2011

PISAPIA TUTTE LE FESTE PORTA VIA (Il ritorno di Spadrillas)













(Accento Svedese ed Ill Bill Laimbeer, a quattro mani come al solito)

Dunque, dove eravamo rimasti? È passato talmente tanto tempo che non me lo ricordo più, ma ad occhio e croce eravamo rimasti al fatto che abbiamo dovuto abbandonare temporaneamente il blog perché abbiamo fatto da roadie a Nek nel suo tour interminabile che ha toccato ogni angolo del globo terrestre (non ti dico le scene che abbiamo visto nei camerini nella data alla Rotonda di Lido Delle Nazioni dove era pieno di MILF di Lagosanto reduci dalla sagra della fragola, con Milly D'Abbraccio, Nek col laccio al braccio, la salma di Rob Pilatus dei Milli Vanilli riesumata per l'occasione, Alessandro Nannini col laccio al braccio buono e l'altro teso come le selve di braccia tese e lacci californiani che nemmeno Randy Macho Man Savage, ie come cameraman il camerata Cesare Battisti che planava sopra boschi di braccia tese da Alessandro Nannini che si faceva dello stracchino di Nonno Nanni scaduto comprato dalla Bafiona sul viale del Lido Degli Estensi e Ornella Vanoni. E in quella data Lamberto Tarango Sposini che ti porta roba buona e che poi per poco non ci rimane e fa la fine di Andreotti che gli è tornato su quello che si era calato in passato, Verano Zombie, gli Zeke, Zippo della crew Spaghetti Funk, Zippo panino il supereroe paninaro e la guida al paninaro DOC, my man Lorenzo Jovanardi Cherubini che ha suonato di spalla in occasione delle date nel nord-est, Brian Ferry, Danny Ferry quando giocava nel Messagero Roma di Giuliano Ferruzzi Vien Dal Mare e mani pulite che ha stroncato quella grande squadra e la mano di Alessandro Nannini che infatti è partita nello stesso anno, i ferry boat che nel '91 arrivavano a Bari da Tirana, Tarzana Bertè che non si ricorda più i testi delle sue canzoni e devono scriverglieli a caratteri cubitali, Tarzan Annoni capitano del Torino, Tarzhard di Joe D'Amato e la salma del camerata Mino D'Amato con Mino Bonocuore che fatto e strafatto di stracchino di Nonno Nannini camminava su grigliate di anguilla in salamoia. Un backstage che manco i Pollini Stone (il nostro word ha il t9 della Nokia per qui invece di Rolling Stones scrive Pollini Stone), con Pasquale 'o animale Bruno, Martin Vazquez e la quinta dei Buitre, Butragueno che era un fascista di merda, Stefano Tacconi che votava MSI, Walter Zenga col parrucchino quando faceva le televendite con Hoara Borselli che ora è nello staff di Ignazio La Russa, Ignazio la Trottola, Ignazio Ramonet, Gigi la Trottola, Gigi Maifredi, Gigi il troione quello che faceva l'assessore a Comacchio, Giggi il bullo, Gigi e Andrea, Gino Latino, Giorgio Gabber con due B e chi più ne ha più ne metta – non ho più voglia di proseguire l'elenco e lo tronco qui). È stata una bella esperienza, anche perché abbiamo fatto finta di lavorare tutto il tempo, guadagnato un sacco in termini di soldi e prestigio sociale ed oltretutto abbiamo accumulato un bagaglio di esperienza che siamo sicuri ci saranno utili in futuro. Praticamente siamo pronti per sfondare nel mondo della musica indipendente italiana, che è una burla che ti disturba e tu puoi pure pagare i pennivendoli prezzolati per fare fuori la crew di spadrillas ma noi siamo più forti di Tomba la bomba che getta i prosciutti dal cavalcavia che gli danno quando va a fare le comparsate nelle gare di sci per bambini. A buon intenditor vai a fare in culo, e se moriamo domani come Pantani ci troverai sempre lì, al Motel delle Rose di Canaro sulla statale Rovigo-Ferrara. Comunque: checchè ne possa dire una certa critica indie-snob che gode nel perdere le elezioni e snonna la musica pop: Nek dal vivo se la cava alla grande, è una questione di fantasia. Non roba da poco. Chi crede che per ottenere buona musica bisogna ricorrere ai conservatori non conosce Nek. Lui è un progressista. L'evoluzione della specie passa per accordi e dissonanze, ritmi e cambi repentini, stop and go e una marea di idee, Schizofrenia. Dà pure i numeri. Tre è il numero perfetto? Fuocherello. Visto che per Nek sembra stia andando così. Il tutto ingioiellato sulle ritmiche fantasiose alle quali il suo batterista Alessandro Nannini (tra l'altro, ex batterista dei Def Leppard) ci ha abituato da sempre, e che adessp sono ancora più preziose e decorate. Questa volta, però, ci sono le melodie. Romanticherie di una voce fanciullesca, una creatura deforme che ti sorride beffarda con una lucina nuova negli occhi. Manonegra, Ska-P, Articolo 31, Linea 77 e Prodigy centrifugati senza ritegno dentro un acceleratore di particelle a trazione elettronica. Musica per centri sociali con mobili di pregio, però sentendolo sera dopo sera ti rendi ben conto di una cosa: scrivere di musica in senso stretto non conta praticamente più nulla. E ciò ci ricorda cosa significa farsi prendere per il culo pur rivendicando l'importanza di rimanere leggeri. I dischi escono che sono già vecchi, sentiti e strasentiti, e non solo perché nel mondo della musica ormai tutto è già stato detto e fatto e non si inventa più nulla, ma anche (e qui mi sento quasi quello sfigato di Walter Nudo Veltroni quando in campagna elettorale diceva sempre “ma anche”) perché di fatto cominciano a circolare in rete due mesi prima dell'uscita reale. Ed in virtù di questo, chi ha ancora voglia di leggere di un disco, delle sue caratteristiche tecniche e delle sue presunte peculiarità? Troppo noioso, e poi non ha più senso. Meglio parlare di emozioni che un disco è in grado di suscitare, meglio dire che cosa l'opera è in grado di comunicare anche se questo qualcosa non c'entra nulla con l'argomento di partenza (cosa ho detto? Non lo so. Rileggendomi non riesco a capirlo, ma ad occhio è croce deve trattarsi di qualcosa come “parlare di altre cose, anche solo lontanamente collegate al disco di cui si dovrebbe parlare. L'importante è il messaggio, non il mezzo”). Meglio rider. Meglio Miglio (nel senso di Gianfranco, l'ideologo della Lega che ora è una salma ma anche quando era vivo la differenza di stato non è che si notasse poi tanto).

E quindi come dicevano quei fascisti dei Trètrè l'acqua scarseggia e la papera non galleggia, quindi una domanda Claudio sorge spontanea: con tutto lo yogurt che c'è, c'era proprio bisogno che andassimo a fare i roadies di Nek in motorino cinquantino (su in due: abbiam preso la moto sì, ma senza casco) partendo dall'Esquilino con quel critico indie pentito di Barabba Tomasino Buscetta che ci faceva un bocchino e proprio col motorino abbiamo visto gente che si era persa sul viale di Lido Degli Estensi nel '94 e poi abbiamo dovuto andarla a trovare a Chi L'Ha Visto e Hasta Tosta oggetti tosti per tutti i gosti, l'asta condotta da Ezio Greggio. E quindi la risposta sarebbe: no, non c'era bisogno che andassimo a fare i roadies di Nek ma questo blog non è un albergo e la crew di Spadrillas si Inkazza e si Inkiostro.blogspot.com quindi meglio il gruppo del Nongio sulla porta che Barabba Tomasino sulla porta. Non c'è nessuna salvezza e nessuna redenzione: il sapore del romanticismo decadente di Nek, con commistioni di indie-rock ed echi darkwave marchiati a fuoco da un'attitudine emozioanale sino allo stordimento, necessaria per la consolazione almeno a nostra insaputa (come diceva Peo Pericoli ad Emilio nel '90) di chi ha scelto l'oscurità e si trova ad abbandonare tutto il resto. Nek, tra le note nere dei Joy Division e l'art attack rock di Giovanni detto Gianni (un po' come Giacinto detto Marco) Muciaccia l'uomo di Jo Squillo quando ha fondato il partito rock nel 1980 e ha preso più voti della Vanoni alle Comunali di Milano.Insomma, Nek è un ipnagogico, qualsiasi cosa significhi questa parola ad effetto. Lui stesso ci ha rivelato: “Trovo noioso e finto che un pezzo suoni quasi perfetto. In alcuni miei brani ci sono delle saturazioni dovute alla volontà di non dovermi adattare alle regole del missaggio. Se per le mie endovene è ok, non c'è pusher al mondo che possa farmi cambiare idea”. Ma che cambia? Come direbbe Gene Cazzocrea Gnocchi: Qui prodest? A chi giova tutto ciò?

Ed in virtù di questo, chi ha ancora voglia di leggere di un disco, delle sue caratteristiche tecniche e delle sue presunte peculiarità? Troppo noioso, e poi non ha più senso. Meglio parlare di emozioni che un disco è in grado di suscitare, meglio dire che cosa l'opera è in grado di comunicare anche se questo qualcosa non c'entra nulla con l'argomento di partenza (cosa ho detto? Non lo so. Rileggendomi non riesco a capirlo, ma ad occhio è croce deve trattarsi di qualcosa come “parlare di altre cose, anche solo lontanamente collegate al disco di cui si dovrebbe parlare. L'importante è il messaggio, non il mezzo”). Meglio rider. Meglio Miglio (nel senso di Gianfranco, l'ideologo della Lega che ora è una salma ma anche quando era vivo la differenza di stato non è che si notasse poi tanto). Meglio Scoglio (nel senso di Franco Scoglio, morto in diretta tv e poi emulato vanamente da Andreatta, Andreotti e da Lamberto Bava Sposini).

Anzi: meglio uno spaghetto allo scoglio da Aroldo al Lido di Spina, che poi era anche la fermata della corriera Copparo-Lido Degli Estensi.

E tutto torna.