martedì 10 agosto 2010

Vedemmo Capovillla e la rivoluzione ci disse non è morta ci sono nuove idee















(Ill Bill Laimbeer vs. Accento Svedese, scritto a quattro mani ma soprattutto a quattro piedi)

A volte succedono le cose più impensabili. Quelle strane occasioni, incredibili, che pensiamo venire da un altro mondo, come lo Scrondo e come la nerchia di Paolo “italian lupinen” Villaggio in Italian Superman. Frutto pro pro proibito di coincidenze, di giochi misteriosi ed inintellegibili, la cui comprensione non è solo difficile, ma impossibile e dunque improba persino da tentare. Un po’ come fare un film con la figlia di Aragozzini, Marta Flavi e Laura Chiatti (la sorella di Luigi il mostro di Foligno).

Così succede che Nek abbia deciso di querelarci perché in trasmissione abbiamo detto la sacrosanta verità - ossia che porta il parrucchino da un tot di anni – e la rock band italiana più importante degli anni 90 - i Litfiba- ha deciso di organizzare un festival a Carpi in nostra solidarietà per raccogliere fondi e pagarci le spese processuali in nome della libertà di espressione. Che Nek sia un ingrato che ci fa causa per tentare di partecipare all’Isola degli Zombies è dimostrato dal fatto che siano stati proprio i 4 redattori di Spadrillas In Da Mist nel 1998 i responsabili dei 28000 lire di incasso che fece il succitato film Laura Non C’è nonostante le sue posizioni pro-life e prolife benessere intestino (che sono dei grossi inserzionisti del gruppo editoriale L’Espresso e tutto torna) Come se non bastasse non è stato Gianluigi BRondi a scrivere l’unica recensione positiva del film: eravamo noi i ghost writers e anche i ghost whisperers. Vai a far del bene alla gente e vatti a fidare di uno che tra le altre cose è stato coinquilino di Jovanardi e militava con lui nei gruppi universitari di CL ma solo per chiavare e mettere incinta apposta le militanti.

Oltretutto succede che la casa discografica dei Litfiba sia la stessa di Nek ed abbia deciso di impedire loro di organizzare una cosa del genere. Una coincidenza mai accaduta, di quelle da far saltare tutto il festival (a cui hanno partecipato pure Elio e Le Storie Tese e il cadavere di Patti Smith), sempre in nome della nostra libertà di pensiero. Ci teniamo a precisare abbiamo dato il placet alla presenza del cadavere di Patti Smith perché abbiamo una certa propensione alla nekrofilia e perchè volevamo essere sicuri che l’ossuta strega che si proponeva di salvare il rock, blaterando sulla morte presunta del genere e atteggiandosi a profetessa di un revival cristiano e pavoneggiandosi come ragazza qualunque fosse morta. Con buona pace di una certa critica di sinistra sempre pronta ad osannarla e con buona pace di Scarubbi dal quale abbiamo copiato quello che abbiamo appena scritto. Comunque per la cronaca il cadavere di Patti Smith ha voluto essere pagato ma noi in cambio abbiamo sniffato parte delle sue ceneri fino a perdere il controllo degli sfinteri cagandoci addosso)).

Tutto ciò sembrerebbe uno scherzo dello Zio Litibia, ma bello. Rock. Bello. Rock. Bello. Rock. Bello. Rock. Bello. Rock. Bello. Rock. Bello e litigarello. Bello e Giorello. Suonato con compattezza. Senza fronzoli. Super senza fronzoli, come in una memorabile vecchia gag di Benny Hill. Capace di catturare, come le gags di Benny Hill replicate per decine di anni, sempre le stesse, sempre le stesse risate finte e la gente continuava a guardarle anche se quel pederasta di Benny Hill era morto da dieci anni ed era deceduto pure il vecchietto che da lui si prendeva sempre le sberle sulla crapa pelata. Belle come un quadro di Teomondo Scrofalo o come un film tipo Metti che ti rompo il muso aka Suppose I Break Your Neck, che citiamo solo per minacciare velatamente chi ci ha querelato. Laura non c'è, è andata via perché ha sgamato che porti il parrucchino. Nek, è giusto che tu sappia che Laura è andata via perché sei un cesarato.

Rock insomma, anche se i Litfiba non hanno più lo smalto (sulle unghie) ed il carisma di un tempo ma non dimostrano per nulla vecchiaia, bensì una perenne voglia di mettersi in gioco. Gioca Jouer, con Cecchetto davanti e dietro tutti quanti. Un po’ come la riedizione dei vecchi fumetti de Il Tromba quando l’editore della casa editrice Lo Squalo ha deciso di presentarsi alle elezioni con la lista Tromba Su Bandiera mettendo capolista Alberto Tomba, indimenticato eroe protagonista di Alex l'ariete, uno dei film più brutti di sempre grazie, come al solito alla sceneggiatura di Dardano Sacchetti. E questa volta Piero e Ghigo di Tacco hanno deciso di mettersi talmente in gioco dandoje de punta e de tacco con la sora Assunta e la sora Lella che per aggirare il divieto imposto dalla loro casa discografica a difesa del parrucchino di Nek hanno assunto il nome di Litfibia e ci hanno salvato il culo con un'esibizione memorabile, da veri signori che con grande umiltà dopo la tanto attesa reunion hanno rischiato di perdere il contratto con la loro casa discografica solo per difenderci da accuse infondate. E sono anche stati querelati dal Colonnello Gheddafi che a suo parere aveva colto nel cambio nome una sottile presa per i fondelli verso la Libia e per rappresaglia oltre alla querela ha tirato n’altro paio di petardi in direzione Capri (l’aveva già fatto con Lampedusa tempo fa d’altronde). Per fortuna che l’Italiano di Gheddafi lascia ancora un po’ a desiderare così che ha confuso Capri con Carpi. Se l'avesse confusa con Ciampi sarebbe stata bufera, sia che si trattasse di Carlo Azeglio Ciampi che di Piero Ciampi. Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se avesse bombardato gli stabilimenti dove si fabbrica il cibo per cani Chappi (la cui pubblicità era girata a Francolino di Ferrara, e tutto come al solito torno). Probabilmente ritorsioni a base di merda di cane, come in un film di John Waters ma con Gianni al posto di Divine.

Ma parliamo dei Litfibia, perché questa marchetta gli è dovuta.

Sono proprio la semplicità, l'umiltà, la simpatia e la bravura le qualità che rendono i Litfibia una band ancora viva, scalpitante, con qualcosa da dire. Sebbene la storia abbia posto la band di fronte ad un drammatico bivio, Ghigno Fronzulli, il chitarrista e leader storico della band, non ha alcuna intenzione di mollare la presa e lotta insieme a Piero Pelù in difesa dei nostri diritti (e del nostro conto in banca). Prima del concerto quando gli chiediamo chi sono i Litfiba oggi, lui, con una tranquillità quasi estatica, ha risposto: " I Litfiba stasera non esistono perché altrimenti ci fanno causa anche a noi. Stasera siamo i Litfibia, ovvero quelli che vedi in questa stanza". Poi lascia passare qualche secondo, e aggiunge: "Sicuramente siamo una rock band di culattoni raccomandati, più che mai culattoni per questo periodo. Litfibia: ossia, situazione punk, butt-plug and play. Nailed in the ass, gay till I die per dirla alla Gayrilla Biscuits… Fatevi sotto e fatemela sotto". E poi, non contento, ha rincarato la dose: “E per il dopoconcerto vogliamo un po' di quella brown dell'86, quella che te la sparavi ed iniziavi a decollare come un F-16”. Come a dire: non ce ne frega niente, Ognuno segue la sua strada, e non temiamo di certo confronti col conto in banca di una quindicina di anni fa. Poi, già che c'era Ghigo si è addirittura permesso di sciommiottare Piero Pelù, cantando smorfiosamente "Io ci saroaaaaa, con tutto il mio a e n t u s i a s m o a a a a... Wwaaaaammmmm, ppipipipiuuuuuuuuuuuuuum, aaha-haha-haa-a-a-aaahaha, zzzzzuuuuuwwwwwaouuuuuzzzzzzzzzz " . Pierò Pelù non ha minimamente reagito perché sulla schiena aveva l'esercito delle dodici scimmie e aveva ormai perso i sensi. Ghigo era in banana dura come ai vecchi tempi, Piero si è ripreso prima di salire sul palco. Magia di una notte. Notti magiche inseguendo un goal. Il fratello della Nannini che perde nuovamente l’uso braccio facendo violent dancing come fosse ad un concerto dei Madball, Tony Esposito, Tullio De Mauro e Tullio De Piscopo che guardano insieme le repliche di Magic America facendo delle sciarade-gang bang con la Venere Bianca che presenta video hardcore con Dennis Rodman attore/attrice principale. Potenza della lirica dove ogni dramma ha un falso che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un altro, tanto è che nel backstage è comparso pure Nek con un laccio al braccio e Milly D’Abbraccio che gli ciucciava il cazzo. Nek in fattanza ha definitivamente perso ogni senso del pudore, si è tolto il parrucchino e l'ha posato sopra al pube della D'Abbraccio come per raddoppiare il vello, finzione che diventa realtà e realtà che supera la fantasia. Noi abbiamo fotografato Nek pelato – tanto per chiarire che ogni dramma ha un falso che con un po' di trucco e la mimica può diventare un'altro – ed abbiamo inviato il tutto al nostro avvocato Cesare Previti e alla redazione di Libero. Nek rideva tantissimo, però intanto abbiamo la causa in tasca e a lui non resta che pagare caro, pagherete caro pagherete tutto. “E i soldi per i games chi glieli dà? Dica, nessuno! Dica, nessuno!”, come dicevano Elio E Le Storie Tese ai tempi dei mondiali di calcio in America, mentre tutti guardavano in tv partite inutili ed in contemporanea su Italia 7 andava in onda Colpo Grosso condotto da Carmen Russo Jervolino col marito Enzo Pierpaolo mamma Li Turci Capovilla Vien Dal Mare. “Che sia odio o che sia amore, passerà.”, come diceva Aleajndro Baldi prima di cadere nel dimenticatoio sostituito nel cuore della gente da un Bocelli qualsiasi, in attesa di venire rivalutato e reahabilitato da Lady Gaga, dalla quale noi ci faremo butt pluggare and play molto volentieri, solo per superare a destra e a sinistra il dibattito, con scappellamento a destra e sinistra come fosse antani il solito dibattito “Lady Gag piace a quelli di destra e di sinistra”: sono categorie obsolete. Anzi, diciamo pure che ci faremo volentieri cagare in petto da Lady Gaga, in un video patinato, da lei col chiodo dei Doom. Roba da Vice Magazine, insomma. Ed infatti noi Vice lo sfogliamo solo ed esclusivamente mentre siamo al bagno ad espletare le nostre funzioni corporali essenziali, dunque tutto torna. Torna torna Tornatore, like Tornatore and camorrista, beach beach boys vita da surfista.
E come è stato il concerto una volta che la band è salita sul palco? Questa reunion Pelù-Renzulli (perchè di questo si tratta, anche se alla batteria c'era – incredibile a dirsi – Gringo De Parma manovrato dai due protagonisti del film Weekend con il morto che lo avevano scambiato per Alan Lomax), sotto il nome Litfibia riprende il discorso interrotto dopo l'uscita di Spirito (1994), snobbando di fatto parzialmente Mondi Sommersi e del tutto un disco come Infinito, campione di vendite, ma che rappresentò di fatto la fine del loro sodalizio discografico e amichevole (erano compagni di merende, e condividevano gioie e dolori, donne e motori, sudori e malori. Il Teatro degli Orrori, l'Aratro dei Sudori e anche il Canton Dei Grigioni). A tal proposito ricordiamo di aver assistito alla loro ultima esibizione live in quel di Monza, all'interno di un festival nel 1999, assieme al mio amico Faust’o che mi era appena stato presentato da Massimo Boldi che a sua volta aveva appena coverizzato la sua canzone Poco Zucchero Filato Nero e che ad un certo punto si sono materializzati sul palco tutti assieme inneggiando a Charles Manson, ai Gnarls Barkley a Charles Barkley e ai New York Knicks quando ci giocava Freak Anthony Mason). Come successe a Danny De Vito e ad Arnold Schwarzenegger nel film I Gemelli, Faust'o in quella occasione ha scoperto di essere il fratello gemello diverso del famosissimo dj Frank'o Moraghi ed ha assunto seduta stante il nome di Faust'o Moiraghi, scappando con il suo nuovo fratello ad un rave al Pala J al Lido Degli Scacchi (Faust'o ha fatto il vocalist mentre Frank'o metteva un par di dischi, che bello spettacolo. Altroché Litfibia che stavano per sciogliersi...), mentre il gruppo per cui ci eravamo mossi in massa ci ha deluso parecchio. Concerto da separati in casa, ognuno svolse il suo compito senza interagire con l'altro, come se un enorme muro di plastica trasparente li dividesse e questo il pubblico lo percepì benissimo. Un muro di plastica e di metano, perché erano talmente fatti che emettevano peti rumorosissimi e molto puzzolenti. Dei peti rock, per la gioia dei ragazzi delle prime file. Da questo concerto nacque un nuovo genere, il power metan, ma questa è un’altra storia, torniamo all'esibizione di Carpi.

A 11 anni di distanza, un concerto in onore nostro e di Gianni Minà ma senza alcun brano tratto da Desaparecido: ciò nonostante i Litfibia hanno spaccato, e in culo a Nek e al suo parrucchino (e alle querele de Brest). Musicalmente la band (completata dal bassista Salvatore Bagni, già nei Litfibia nel 1994 prima che Enrico La Loggia bullshit Propaganda due rapisse la salma del figlio per vendicarsi delle sparate anti Andreotti del mitico concerto del primo maggio fatte da Pelù e dal tastierista Federico Segona che poi ha cambiato cognome ed è andato a suonare nei Ministri), si avvicina al suono hard rock boombastico tutto Wwaaaaammmmm, ppipipipiuuuuuuuuuuuuuum, aaha-haha-haa-a-a-aaahaha, zzzzzuuuuuwwwwwaouuuuuzzzzzzzzzz di "El Diablo", punto da cui ripartire se si vuole ricostruire e dare un seguito all'avventura. La scaletta del concerto (n.d.r. copiaincolliamo a caso da una recensione di dodici anni fa, tanto la scaletta è uguale – non ci siamo segnati i pezzi che hanno suonato perché eravamo impegnati a spacciare Roipnol ad una festa dei giovani del PdL che si teneva in una discoteca vicino alla location del concerto) ha pescato equamente dai restanti album. Resta e Ferito (inglobata dentro la lunga Tex) le sole estrapolate da quel capolavoro che fu 17 Re. Suonano metà Litfibia 3 (Ci sei solo tu, Paname, Cuore di vetro, Tex, in una allungata versione con Ghigo protagonista di buoni assoli ed una intensa e provocatoria versione marziale di Bambino cantata dentro una valigia e ribattezzata Kappler Bambino alla fine della quale Piero ha chiesto la liberazione di tutti i detenuti politici e di togliere il divieto ai 18 anni a Cannibal Holocaust perché secondo lui Barbareschi è un eroe del nostro tempo). Il passaggio dalla band anni ottanta a quella del decennio successivo è rappresentato da Desaparecido contenuta in Pirata Pantani, il disco che vide il cambiamento radicale nella musica del gruppo, la fuga sul MortiRolo di Marocco lo e le prime cifre di vendita aumentare notevolmente (la recensione dice proprio “prime cifre di vendita”, sembra scritta da Renato Pozzetto)). Gli anni novanta aprono il concerto con Proibito, mentre in El Diablo Chiappucci, c'è occasione per inneggiare alla cedrata Tassoni (sponsor ufficiale di quel concorrente) e punzecchiare Ratzinger, Reizeger e la memoria di Ratzenberger, in Gioconda, Pelù si lascia andare al suo solito sermone contro il matrimonio, il patrimonio, il mercimonio e il pinzimonio e la notte della Taranta (scambiata per una festa organizzata da Tarantini). La roba che gli abbiamo procurato era buonissima, e sul palco ha fatto un paio di numeri degni dei Rammstein, tipo darsi fuoco con un lanciafiamme senza ustionarsi oppure tirarsi fuori il coso e menarselo di fronte a tutti, tipo Luigi Montefiori in Le Notti Erotiche Dei Morti Viventi nella scena di sesso col cadavere di Patti Smith. Ad un certo punto è addirittura salito sul palco Pete Capovilla, ma le abbondanti libagioni erano già esaurite e lo spettacolo terminato. I tipi della security l'hanno sollevato di peso e scaraventato in mezzo alla folla, al momento risulta disperso e sono stati trovati solo un paio di incisivi, come quella volta al Renfe di Ferrara in cui Pete ci ha lasciato un paio di premolari cadendo sulla fioriera davanti al ristorante cinese Drago D’Oro perché, per non essere da meno del fratello Gallagher quello che si iniettava la birra in vena si era fatto fare un clistere di sakè da Anna Paola Plaster Caster Vegan (la prima groupie sxe della storia). Speriamo che Piero Marrazzo, il conduttore della prossima edizione di Chi l'ha visto, riesca a trovarlo. Siamo molto preoccupati per lui, ma nulla riuscirà a rovinare l'emozione che una grande band come i Litfibia ha saputo trasmetterci.

Non finiremo mai di ringraziarli per tutto ciò che hanno fatto per noi. Musicalmente solo Andrea Mingardi portando a Sanremo Alessandro Bono aveva osato di più.