martedì 7 ottobre 2008
La fiera delle banalità
Un Luca Sofri in uno stato di forma stellare ha moderato un fantasmagorico dibattito su come gli uomini italiani sono (o sarebbero) visti dalle donne straniere, una roba potenzialmente devastante che, per tono ed andamento, si è rivelata ben peggio del previsto.Già il fatto di chiamare una tavola rotonda “Cocco di mamma” non è il massimo della vita, ma farla moderare a Luca Sofri (un fuoriclasse che meriterebbe di calcare ben altri campi, ma scrive sul Foglio e sulla rubrica di costume della Gazzetta dello Sport pur non avendone colpa) fino a farla diventare una collezione di luoghi comuni triti e ritriti riguardanti l'uomo italiano ed il suo mondo è un'impresa che merita di essere ricordata a lungo e tramandata ai posteri. Però alla fine ho imparato molto anche se ero circondato da leccesi, ed è questo ciò che conta veramente.Ho appreso, ad esempio, che l'uomo italiano è implicitamente razzista con le donne straniere, le guarda con occhi diversi rispetto alle donne italiane, ma nello stesso tempo ne è incuriosito. Talmente incuriosito che si interessa alla loro nazione di provenienza, non sa dove sia, la scambia per un'altra nazione più famosa (ad esempio confonde Taiwan con la Thailandia), va giù di luoghi comuni talmente comuni da rendere il discorso un tantino surreale, gli stessi luoghi comuni che vanno propagandando in giro per il mondo che l'uomo italiano è ignorante di default.Un'altra importante novità è stata il sentirmi raccontare che gli uomini italiani pensano che le donne olandesi siano tutte prive di tabù e dunque quando si trovano ad approcciare con loro agiscano di conseguenza, dando sfogo a tutte le loro pulsioni di tipo sessual-narrativo. Non ci credo, non può essere vero, ma lo prendo come un dato di fatto perché ho visto che Luca Sofri annuiva e quindi deve essere per forza vero. Pur essendo un credulone, l'italiano vero -quello con la chitarra in mano come diceva il sommo poeta Toto Cutugno – è un grande gentiluomo, galante, altruista, pronto a donare tutto se stesso alla sua partner, facendola sentire davvero una donna fino al momento in cui entra in campo la mamma, ed allora non c'è santo che tenga. La mamma è sempre la mamma, ogni scarrafone è bello a mamma sua, ed allora ogni uomo italiano che si rispetti non fa nulla in casa e quando la mamma chiama lui risponde “presente!” e non capisce più nulla, anche mentre è in situazioni piuttosto piccanti con la propria lei. È un mammone, è un bamboccione come diceva il buon Tommaso Padoa Schioppa oppressore dell'Italia che lavora e che produce, la stessa Italia che ha nel Foglio il suo organo di stampa del cuore. Tutto molto interessante, dunque.E mentre si diceva tutto questo, mentre si discorreva del più e del meno, è venuto fuori uno scoop di quelli che possono cambiare il corso di un'esistenza: Luca Sofri ha intenzione di scrivere una sceneggiatura di un film, ma non una sceneggiatura qualunque, una sceneggiatura che utilizzi come battuta/gag chiave la frase “Ho un ottimo rapporto con mia suocera: è morta”. Il mammismo è un problema urgentissimo, ed allora perché non sostenere il buon Sofri Jr. in questa grande impresa e comprare almeno una volta alla settimana Il Foglio, quotidiano di resistenza umana? Io ho già iniziato a farlo, e la prima copia sta già viaggiando l'Italia in treno, libera come una farfalla che volteggia su un prato in primavera. Un giornale di sole quattro pagine grondanti di fondi pubblici, che è stampato su carta vetrata e che ha nel pezzo di chiusura a cura di Maurizio Milani l'unico guizzo di classe e decenza non merita altro che una sorte del genere.
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