Deejay Time. Si è detto tutto e il contrario di tutto sull'inaspettato ritorno di quel fantastico universo che ha animato i pomeriggi adolescenziali negli anni novanta, un universo di cui in tanti sentivamo la mancanza. Albertino con umiltà e dedizione alla causa commoventi ha risposto “Obbedisco!”, si è rimboccato le maniche e si è gettato nella mischia, ottenendo risultati egregi fin dalle primissime battute. Senza dubbio è davvero un grandissimo uomo, ma quello che nessuno dice è che Albertino già da parecchio tempo stava preparando il terreno a quella che si presenta sicuramente come la reunion definitiva dell'anno 2008.
Il buon Alba, da grande artista quale è, aveva infatti già capito l'aria che tirava e stava lavorando al grande evento almeno dai tempi in cui è tornato sul luogo del delitto dando alle stampe la mastodontica Deejay Parade Collection, un super cofanetto in cinque cd che raccoglie tutti quei 75 brani che negli anni sono stati al numero uno della classifica del Deejay Time e li proietta da qui all'eternità. Un'idea geniale, che vorrei aver avuto io.
La Deejay Parade Collection è una compilation che è gioia allo stato puro, una miscellanea che contiene tutto ciò che serve per essere un piccolo principe: il punk (Yerba del Diablo dei Datura), il metal (Satisfaction di Benny Benassi), l'emo (Crying at The Discotheque degli Alcazar, Passion dei Netzwerk, Lady dei Modjo, Angel di Jam&Spoon, Gypsy Woman di Crystal Waters, addirittura L'Amour Toujours di Gigi D'Agostino), il funk (Professional Widow di Tori Amos riveduta e corretta da Armand Van Helden), la ribellione più umana più vera (L'aiuola di Gianluca Grignani in versione remix), sangue (Hyper Hyper di Scooter, Barbie Girl degli Aqua), lacrime (Please Don't Go di Double You), e sudore (Tubthumbing dei Chumbawamba, The Rhythm of the Night di Corona), sperma (Short Dick Man di 20 Fingers). Non manca proprio nulla, è una compilation completa ed esaustiva sotto ogni punto di vista. Peccato solo che sia in vendita su Mediashopping e dunque ufficialmente esista solo nella mia mente. Ma si può sempre lavorare per renderla reale - bastano solo tempo libero, sprezzo del pericolo, una buona connessione web ed il gioco è fatto.
Questa non è roba per m2o, qui si va oltre. Musica per il corpo e per la mente, la definitiva possibilità di riscatto e redenzione per un genere musicale (la dance) che i detrattori considerano spazzatura ma che è anche l'unico in grado di far sognare ancora la gente, intere generazioni alle quali finalmente viene data la possibilità di rivedersi allo specchio e pensare a quanto tempo è passato dall'ultima volta che. Commovente.
E comunque poche storie: Blue degli Eiffel 65 è la canzone italiana più bella degli ultimi dieci anni.
Il buon Alba, da grande artista quale è, aveva infatti già capito l'aria che tirava e stava lavorando al grande evento almeno dai tempi in cui è tornato sul luogo del delitto dando alle stampe la mastodontica Deejay Parade Collection, un super cofanetto in cinque cd che raccoglie tutti quei 75 brani che negli anni sono stati al numero uno della classifica del Deejay Time e li proietta da qui all'eternità. Un'idea geniale, che vorrei aver avuto io.
La Deejay Parade Collection è una compilation che è gioia allo stato puro, una miscellanea che contiene tutto ciò che serve per essere un piccolo principe: il punk (Yerba del Diablo dei Datura), il metal (Satisfaction di Benny Benassi), l'emo (Crying at The Discotheque degli Alcazar, Passion dei Netzwerk, Lady dei Modjo, Angel di Jam&Spoon, Gypsy Woman di Crystal Waters, addirittura L'Amour Toujours di Gigi D'Agostino), il funk (Professional Widow di Tori Amos riveduta e corretta da Armand Van Helden), la ribellione più umana più vera (L'aiuola di Gianluca Grignani in versione remix), sangue (Hyper Hyper di Scooter, Barbie Girl degli Aqua), lacrime (Please Don't Go di Double You), e sudore (Tubthumbing dei Chumbawamba, The Rhythm of the Night di Corona), sperma (Short Dick Man di 20 Fingers). Non manca proprio nulla, è una compilation completa ed esaustiva sotto ogni punto di vista. Peccato solo che sia in vendita su Mediashopping e dunque ufficialmente esista solo nella mia mente. Ma si può sempre lavorare per renderla reale - bastano solo tempo libero, sprezzo del pericolo, una buona connessione web ed il gioco è fatto.
Questa non è roba per m2o, qui si va oltre. Musica per il corpo e per la mente, la definitiva possibilità di riscatto e redenzione per un genere musicale (la dance) che i detrattori considerano spazzatura ma che è anche l'unico in grado di far sognare ancora la gente, intere generazioni alle quali finalmente viene data la possibilità di rivedersi allo specchio e pensare a quanto tempo è passato dall'ultima volta che. Commovente.
E comunque poche storie: Blue degli Eiffel 65 è la canzone italiana più bella degli ultimi dieci anni.
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