Uno dei momenti più belli ed emozionanti della storia della tv italiana è sicuramente l'ospitata di Gianluca Grignani a Non è la Rai. Playback, microfono che sparisce e poi torna, capelli al vento, imbarazzo in studio, ninfette in delirio, condizioni pietose, gente che ci crede - Grignani odia il playback e si è infilato il microfono in tasca ufficialmente per protesta, ma nessuno ha capito il vero motivo di questo coraggioso gesto (forse l'imbarazzo o molto più probabilmente la fattanza blu). Un filmato che riguardato oggi a quattordici anni di distanza i tuoi neuroni mollano gli ormeggi per andarsene, e tu devi mettere le dita nelle orecchie per non farli uscire, un filmato che proietta il Grigno nella galleria degli idoli che ogni rebel without a pause ferrarese che si rispetti dovrebbe venerare con convinzione.
Grignani è un personaggio scomodo e ribelle, una vera mina vagante per l'ingessatissimo estabilishment, sempre e comunque fuori dalle righe e fuori dalle piste, capace di presentarsi ospite a Domenica In palesemente in stato confusionale e di prendersi pure il lusso di tirare il culo a Superpippo Baudo: in poche parole, un uomo da ammirare a prescindere che purtroppo ha pagato con l'ostracismo dei media di regime questa sua attitudine da vero rocker metropolitano. Anzi, da leggenda metropolitana, visto che all'epoca del suo boom circolavano strane voci di una sua presunta morte per droga. Da anni tutti dicono che si droga ma lui dice di farsi solo di Nutella (ed infatti nei suoi ultimi video è costretto a ricorrere all'effetto Mick Hucknall per simulare uno stato di perfetta forma fisica) e poi viene pizzicato in giri loschi, ed allora è tutta autocritica come certa sinistra che perde sempre le elezioni.
Solo per questo Grignani è simbolo generazionale proprio come il sergente di metallo, ed a questo punto sarebbe doverosa una sua collaborazione con il tanto criticato (da certa stampa specializzata che poi va in delirio per dischi di noise cinese) TruceKlan. L'uomo migliora con il passare degli anni ed è ancora in grado di dire la sua (tanto per dire, all'ultimo Festival di Sanremo ha sfoderato una supergag del tipo "ci provo con la valletta di fronte a milioni di telespettatori" dopo essersi presentato sul palco con una camicia viola), la sua musica invece ha un disperato bisogno di essere rivitalizzata, e solo il Klan è in grado di compiere un'impresa del genere.
(Ill Bill Laimbeer take the muthafuckin stand)
Grignani e Metal Carter secondo me dovrebbero formare un gruppo power metan, e girare la la parte 2 di Falco a Metà (stile Verano Zombie pt.2) a Copparo, al distributore di metano di Via del Lavoro 38, vicino alla Berco. La location è perfetta per esprimere il disagio generazionale di cui sono portabandiera il Grigno e il Sergente di Metallo.
Il distributore si trova in una strada a fondo chiuso che terminava in uno spiazzo che fino a pochi anni fa (fino a quando il legalismo tipico di una certa sinistra che poi ci fa perdere le elezioni ha fatto sì che venissero installati dei lampioni che hanno reso l’area praticabile da mamme e bambini) era conosciuta come “Lo Spermodromo”. Per i ragazzi della Copparo Violenta la Via del Lavoro è un culto quasi come “La Via Della Droga”: nel 1991 niente di meglio che planare con stormi di Ciao Piaggio armati di Prome oro e argento a tirare i Raudi e Magnum ai fortunati frequentatori dello Spermodromo.
Proseguendo verso il distributore di metano dallo spermodromo si passa allo spaccio di paste “La Deliziosa”, che sempre nel 1991 vendeva paste di notte, senza fare lo scontrino e solo alle persone fidate. Il capo del forno era soprannominato “L’umiliatore” perché le prime volte che andavi a prendere le paste, a mò di rito di passaggio in Eastern Samoa ti umiliava verbalmente. Se reggevi l’umiliazione verbale era fatta, le paste erano tue.
Il distributore di metano è l’ultimo bastione della Copparo Violenta che fu, e per questo è un posto che frequento ancora. I gestori sono di origine serba, almeno uno di Pancevo. Gente di rispetto. Una volta il tipo originario di Pancevo notò la mia canotta originale Yugoslava di Dejan Bodiroga (orginale nel senso non quella della Nike: avevo comprato la canotta a Novi Sad, la canottiera era della Yugoslavia, non della Serbia). Da allora ogni volta che mi fa metano si mette i tipici guanti da distributore di metano con sopra disegnate le 4C serbe. Una volta mi ha pure invitato ad andare a Pancevo con lui.
Quando posso torno a Copparo e il metano lo faccio lì, ogni volta è una esperienza di vita vissuta al limite, come le storie del Chicoria. Decisamente il migliore distributore di metano della provincia, il distributore di bevande ha pure la Lemonsoda, non potrei chiedere di più. Decisamente consigliato se siete fan del power metan e dei Cripple Bastards e più in generale se provenite da paesi dove gli uomini sono uomini e la carne è rossa.
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