C'è stato un tempo in cui la discoteca minorenne più ganza di Ferrara si chiamava Sinatra. E c'è stato un tempo un cui il vero ribelle d.o.c. della bassa ferrarese (ma insospettabilmente anche della Ferrara città) andava a trascorrere le sue domeniche pomeriggio in questo autentico luogo di perdizione a buon mercato sito in Corlo near Copparo Violenta, luogo in cui quasi nessuno pagava l'ingresso ma tutti spendevano decine di migliaia di lire in alcoolici et similia.
Quel tempo non è tanto lontano negli anni e va dal 1994 al 1998, anni ruggenti, anni in cui si dava il minimo e si otteneva il massimo, anni in cui ti divertivi anche con gli stessi dischi in rotazione tutte le domeniche ed in paio di giri a dobrare ragazze che manco ti degnavano di uno sguardo. Ma chi se ne fregava dello sguardo di quelle ragazze? Bastava esserci, bastava testimoniare, bastava fare presenza, vivere l'atmosfera che si respirava e che regnava sovrana al Sinatra (che tra l'altro per anni e anni la gente ha continuato a chiamare Sing, dal nome storico del locale che per l'appunto era Sing Sing) ed in particolare nelle sue due sale – sala sopra musica commerciale, sala sotto musica più “pesa”.
E al Sinatra ci si poteva incontrare davvero chiunque, dal compagno di classe in uno stato di ubriachezza che non avresti mai osato immaginare al bulletto da sala giochi che indossava il bomber 365 giorni all'anno ma le ragazze volevano andare tutte con lui, dal nerd di turno che se ne stava tutto il tempo a navigare in internet sfruttando le pionieristiche postazioni web all'interno del locale a te che non te ne fregava un cazzo della disco perché te la menavi da punk ma poi un salto ogni santa domenica lo facevi e sotto sotto ti piaceva pure un sacco. Non avendo la patente di guida noi si andava al Sinatra in scooter oppure ci si faceva accompagnare dai genitori, ma i più temerari arrivavano con mezzi di fortuna e cercavano di rimediare un passaggio per il ritorno, salvo dover poi tornare a piedi tra gli sfottò generali. Il motore del duemila sarà veloce e silenzioso, avrà lo scarico calibrato, però a piedi si faceva troppa fatica e se pioveva era peggio. Bei tempi.
Un locale inimitabile, un locale che poi non ce ne sono stati più di locale così, un locale che aveva diversi capisaldi che lo rendevano diverso dalla concorrenza. Una sua tipica figura mitologica era sicuramente il fotografo ufficiale del locale, un maschio bianco che aveva un'età indefinita che poteva andare dai venti ai cinquant'anni ma passava il tempo a fotografare ragazzine che dal punto di vista legale era molto pericoloso fotografare senza autorizzazione scritta dei genitori – tanto poi le foto però venivano inviate a casa, mamma e papà pagavano felici e contenti ed il caso si chiudeva lì. E mitologico era il momento della rissa d'ordinanza: ogni domenica non era domenica se compagnie di ragazzi provenienti da paesi diversi della provincia ferraresi non avevano alterchi per futili motivi e se non uscivano per regolare i conti in modo accurato. Il momento della rissa era di quelli che non si potevano perdere ed allora tutti noi ordinary people uscivamo fuori a gustarci lo spettacolo ed il locale si svuotava di colpo, fino al momento in cui intervenivano i buttafuori e tutto tornava come prima, come se nulla fosse successo, come se il tempo si fosse fermato a prima del duemila tanti anni fa.
Altre discoteche minorenni hanno provato a scalzare il Sinatra dal trono di re degli sbarbati e delle sbarbine ferraresi, ma nessuno ci è mai riuscito sul serio. Negli anni si sono susseguiti i nomi di Adelayde, Move Your Body, Limbo, City, Anima, Enigma, Mirò, Pelledoca, ma tutti ci hanno provato e tutti sono andati avanti per breve tempo e poi hanno dovuto abbandonare, segno che il brand del Sinatra era quello vincente. Troppo forte infatti era il Sinutria, troppo affezionata era la sua clientela per andare oltre un fugace tradimento al proprio locale del cuore. Il Sinatra minorenne dei tempi d'oro era sempre gremito (soprattutto in occasione degli Students' Party organizzati di sera e dell'elezione di Mister e Miss Sinatra), ma poi come in ogni favola che si rispetti venne il momento del declino, il triste periodo dell'oblio. Non so nemmeno se sia ancora aperto o lo abbiano chiuso per sempre, ma tutto finì senza nemmeno che noi ce ne accorgessimo.
Sono finiti gli anni novanta, i giovani minorenni ferrarese hanno perso il gusto delle cose semplici e si sono lanciati verso locali più alla moda o su discoteche più spinte ed adulte (se non su afterhours che cominciano la domenica mattina e vanno avanti fino a notte inoltrata). Peccato per loro, perché il Sinatra alla domenica pomeriggio è stato per tanti di noi una vera e propria palestra di vita. Purtroppo sono cambiati i tempi, sono cambiati i gusti del pubblico, il Sinatra è andato ma nulla riuscirà ad eguagliare la magia di quei momenti che si vivevano in quella discoteca, in quei giorni in cui bastava uno sguardo e scattava l'alterco, bastava uno sguardo e la ragazza del tuo cuore fuggiva a gambe levate. E la musica suonava, suonava e nessuno la voleva fermare, nessuno ci provava. Scene di vita vissuta, attimi indimenticabili che fanno ormai parte del bagaglio culturale della storia di ogni rebel ferrarese che si rispetti. L'emozione di sentirsi diverso eppure uguale agli altri.
Il Sinatra era tutto questo e molto di più. Nei secoli dei secoli, amen.
Una ipotetica selecta musicale dei riempipista di quell'entusiasmate luogo di aggregazione giovanile:
Run DMC vs. Jason Nevins – It's Like That
Tori Amos – Professional Widow (Armand Van Helden Remix)
Armand Van Helden – You Don't Know Me
Alex Party – Wrap Me Up
N-Trance – Stayin' Alive
Stardust – Music Sounds Better With You
Wamdue Project – King of My Castle
Chumbawamba – Tubthumping
Gala – Come Into My Life
e per finire quello che forse è la canzone più kitsch ed eccessiva di tutti i tempi:
Mr. President – Coco Jamboo
domenica 16 novembre 2008
Sinatra Mobile Disco
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2 commenti:
Tutto vero, dalla prima all'ultima riga (io c'ero). Le partite con la play, i risultati guardati di straforo sui pc collegati a Internet (con la maiuscola), l'Angelo Azzurro, la Becks, le magliette sudate all'inverosimile, le compagne di classe sul palco a ballare che quando ti vedevano si stupivano ed esultavano senza motivo, le ragazze ubriache che ti strusciavano addosso ridendo (secondo me per scommesse tra di loro), vasche su vasche, le due sale, le scale. E ogni volta, l'immancabile "io qui dentro non ci entro più".
Negli annali.
Cazzo: il Whalalla!
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