domenica 31 ottobre 2010

Una vita su una ruota sola, elaborando il motorino: anche noi abbiamo l'inviato speciale, e che report, cazzo!









Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal nostro inviato Alfonso 'Uomo di Mare' Inoki un report relativo ad una serata-revival dello Zoo Animal Sound di Ferrara, ovvero "essere nel 2002 pur essendo nel 2010, non vergognarsene e pogare duro gli stessi pezzi ora come allora". Luci accese anche di giorno e prudenza, sempre - come diceva Nico Celeghini, uno che c'è rimasto con le paste che vendevano ad Ibiza nel 1988 ed allora ha iniziato a fare il motofilosofo nella trasmissione Grand PomPrix condotta da Andrea Roncato De Adamich. Teniamoci forte, si parte:

Come ogni magazine che si rispetti ha degli inviati speciali, Ill Bill Laimber e Accento 'Puma' Svedese hanno qualche subalterno che visita gli happening della movida cittadina quando loro sono impegnati in eleganti galà o risse sul viale del Lido degli Estensi con gli immigrati estivi milanesi “peccato è tutta petta', per fermare la strage laddove J.Ax l'ha iniziata.

Quella notte era nostra, noi ragazzi dello zoo di Berlino, cresciuti in campagna al sole ad inebriarci dell'olezzo di letame mentre truccavamo i nostri Booster Spirit (shame on riproduzione Yamaha) levando la lana di vetro dalle marmitte in primis, cambiandole totalmente in secondo luogo, perchè della pula ce ne sbattiamo il cazzo, bro.
Seduti sui nostri motori, cappello da pulotto di pelle modello Blue Oyster e giacca con le paillettes, noi bravi perfetti emuli dei Judas Priest diamo fuoco alle pedaline e ci indirizziamo verso l'antro della trattoria da Gianni per un frugale spuntino di spianata di feci per caricarci il giusto ed essere disinibiti nel dancefloor. Perchè è giusto lavorare, ma quando lo si fa in una 'discoteca' un minimo strafatto dell'ingrediente speciale di GG devi esserlo, enough said.
Arrivati c/o il Madam [omissis] si respirava un'aria completamente diversa da quella della nostra amata campagna, ma con forza da condottiero ho convinto la mia troupe ad entrare lasciando i caschi appesi al non-sottosella a penzoloni rasente marciapiede. Cavalletto laterale or die, è una storia di strada con lambrusco e coltelli, non siamo più gli stessi pischelli.
Nella fila delle liste c'erano un sacco di vip, in presa di nostalgia dai vecchi tempi dei primi anni 00, infarinati ancora prima di entrare: ho visto Lapo Elkann con una sempre più graziosa Gina Lollobrigida in minigonna scambiarsi dolci Baci e Abbracci e cioccolatini Fiat con fare insicuro, una sempreverde coppia Luca e Janira Sardella, Enrico Ruggeri con i tappi nelle orecchie (scelta stilistica che deve adottare anche outdoor dopo la deposizione che ha lasciato sul numero del 9 luglio di Chi in cui ammette di non ascoltare musica nuova dall'82) e Gianluca Grignani in gran spolvero che cerca in tutti i modi di rimorchiare Maicol del Grande Fratello. Io, che sono un furbo, non mi faccio soffiare la cosa da sotto il naso prima che Gianluca la finisca subito.

Alfonso Inoki: Gianluca è un piacere vederti qui. Sei sicuro di entrare in un locale che non mette tue canzoni?
G.G.: Ma non dire cazzate! Come può un locale non mettere uno dei miei pezzi? Ne ho scritti almeno 70, senza aggiungere quelli a quattro mani con il buon Enrico e i singoloni dei primi tempi, di penna dell'alluce sinistro di Umberto Tozzi. Dai, non fare il frocio.

A.I.: Sono belle cose da sentirsi dire da un cantautore di successo come te. Come gestisci la tua fama internazionale e il presentarti così tranquillamente in pubblico in eventi del genere?
G.G.: Con il tempo tutto ha un senso, anche il sapore del lamento, come un'ombra dietro un vetro immagino e dall'idea lo sai che io mi agito, perchè a volte sembra solo un gioco ma poi cado giù da un cielo spento, e io col computer io non ci parlo.

A.I.: Parole toccanti. Come hai preso la dipartita di Stefano D'Orazio dai Pooh e l'entrata al festival di Sanscemo di Elio?
G.G.: Non ho molto da dire, è tutta una questione di interessi di quel tiranno della Maionchi. Oh, ma lei sa chi sono io, quando avrà bisogno di fare il botto mi chiamerà, io sono più famoso di Gesù. D'orazio è un bravo ragazzo. Spesso e volentieri frequentavamo la periferia assieme, lui aveva il sogno di trovare un bambino disadattato che fosse un mago col pallone, io quello di trovare la donna della mia vita. Ora chiedetevi perchè io continuo ancora a fare musica e lui si è dato al pensionamento artistico.

A.I.: Ultima domanda prima di farti salire sul tappeto rosso delle star: è amore quello fra te e Maicol, stella mai nata dell'edizione più sfigata del Grande Fratello?
G.G.: No dai ragazzo, i gossips non mi piacciono. Io sono un rocker, ho i capelli lunghi e il giubbotto di pelle. Le ragazzine impazziscono per me, tu hai la barba e i maschietti non mi piacciono ancora, non sono ai livelli di Nek.

Gianluca scappa e non torna più. Noi riusciamo a saltare sul treno delle 7:30 ed entriamo nel Remember Zoo Animali Da Palcoscenico mentre la band sta finendo di suonare. Sembrano gli Styles ma hanno il piglio underground che è marchio di fabbrica della generazione Rockit. Ho già una mano che pesca dalla fondina ma poi ricordo che Halloween è fra qualche giorno e che ho messo il costume da Tomas Millian per metà. Strano, perchè c'erano quattro ebeti vestiti da cecchini che si aggiravano con dei fucili laser a mo' di scenografia.

Ecco il dj set, ecco che parte il ritorno al suono delle origini, aborigeni che costruiscono ruote e Giancarlo Magalli strafatto di bamba che rotola sul dancefloor, luci strobo e fumo che sembra di stare agli eventi salentini a Bologna. Incalza la marcia imperiale di Star Wars coperta da un antro di bestemmie da un ragazzino con gli occhiali neri e la maglietta dei [omissis]. Le cubiste salgono sul palco e parte la battaglia per chi ballerà meglio, Metis Di Meo o Ivan Zazzaroni?

Non ci potevo credere: la massa informe si sposta tutta in prossimità delle transenne e si mette a pogare sulle note di My Generation dei Limp Bizkit, un coro di ragazzini dal pantalone largo alza al cielo il numero di Rock Sound con Fred Durst in copertina prima della liposuzione e della storia con Christina Aguilera. Daniel C. Marcoccia is my co-pilot e ne vado fiero, solo sampler di RS per la musica nuova. Lo speciale Punk lo lasciamo a Giulio The Bastard o ai pischelli con i coltelli, due esempi di società negativa della periferia che hanno scelto la musica invece della droga, sbagliando.
Passa in rassegna tutto il carrozzone nu-metal: Korn, Molotov, Incubus in periodo fregnaccia, Slipknot e il riempipista Killing In The Name Of dei Rage Against The Machine. Il mio fotografo si era immedesimato così tanto che ha gettato la digitale per andare in mezzo ad urlare 'Heil Zapatero' in faccia ad una studentessa erasmus irlandese, cercando di addescarla e portarla l'anno prossimo venturo ai comizi di AN a Mirabello. Purtroppo ha preso picche e i dj per compassione hanno messo i Motorhead. Sembrava di vivere nel 1999.
I ragazzini indossavano le magliette dei Linea 77 e i jeans della Carhartt più larghi di un paio di taglie, senza porsi problemi del gap temporale in cui sono rimasti. Anzi, facendo un pregio del loro essere retrò senza peli sulla pancia. Ci provavano con tutti, uomini e donne assieme, questo solo per dire a quelli del Durex che noi non siamo secondi a nessuno.

Io con il mio taccuino in mano non ho ballato nessuna delle canzoni fino ai Punkreas, che noi ragazzi di campagna li adoriamo e veneriamo. Li avevo visti proprio lì tanti anni fa, quando ero punkettone e mi portavo nello zaino il bong da fumare nei bagni assieme a Dennis Neyo e Linsday Lohan. Madonna, quante volte che ci siamo trovati per strafarci e guardare The Dreamers di Bertolucci. Era il nostro film preferito assieme a XxX, lacrimando ogni volta che smontavamo gli anonimi motorini dei nostri amici per avere il primato scooterista MBK.
Da lì in poi la serata ha virato ad un tema più californiano, con Offspring, Ramones, i richiestissimi Ska-P, i Meganoidi, il Megadrive, la sigla della cedrata Tassoni e andando a ritroso nel tempo si è passati dai Pantera ai Rolling Stones, fino a pescare dal repertorio Motown e una session di valzer e mazurke offerte dal disc jokey del Piccolo Bar Club di Porto Garibaldi. Gran bazza di locale pure quello, ci va sempre mio cugino.
Una vera goduria per le orecchie che speravo non avesse fine. Purtroppo ad un certo punto della serata il lavoro mi ha richiamato all'ordine quando è spuntato il batterista dei Dari che si addentrava nel bagno delle donne assieme ad una cubista. O forse era Gianluca Grignani o Christian Vieri. Non posso esserne sicuro perchè le uniche testimonianze che ho raccolto sono solamente i versi provenienti dalla gogna e a malincuore erano loro che si soffiavano il naso e ansimavano. È autunno, la stagione dei malanni.

Alle quattro del mattino io e troupe ci avviamo verso casa senza casco, dritti alla campagna come dei moderni Clark Kent. Un'altra serata è andata. Siamo pure riusciti a scampare da uno delle Iene per evitare la rissa, che a noi quelli della concorrenza non ci piacciono e ci sputiamo in faccia.
Arriviamo nei pressi di Comacchio due ore dopo, senza aver mai appoggiato la ruota anteriore al suolo. I veri ganzi si fanno sempre notare, non per niente abbiamo fatto colazione con un'anguilla ai ferri e un paio di birre rubate ad agosto al bagno Blue Moon.

Alfonso Inoki leaves the show.

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